Dispiace molto apprendere dai solerti e sempre attenti colleghi di Bici.pro che la stagione di ciclocross per l’Italia si sia chiusa, per parafrasare il loro titolo “tra venti di bufera”. Secondo quanto riportato da Gabriele Gentili, dopo la rassegna iridata di Hoogerheide con i quarti posti di Federica Venturelli e Silvia Persico, sarebbe circolata una lettera di Luca Bramati, team manager della Trinx Factory Team, nella quale รจ stata evidenziata non solo la scelta non condivisibile di portare solo 14 atleti al mondiale, ma anche altro.
La lettera
“Il comportamento e le decisioni del Cittรฌ Daniele Pontoni, condivise dalla Federciclismo sono stati sbagliati sia nel merito sia nel metodo per tutto lโarco della stagione. Nel metodo, รจ mancato totalmente il dialogo sia con la stragrande maggioranza degli atleti sia con i tecnici e i manager delle squadre. Malgrado questa grave lacuna gli sia stata puntualmente rappresentata a metร stagione in un incontro con presente Roberto Amadio, nulla รจ cambiato. Metodo totalmente assurdo che porta poi nel merito a voler gestire in proprio la rifinitura della preparazione degli atleti a questi campionati del mondo. Senza cosรฌ coinvolgere chi la preparazione dellโatleta lโha curata tutta la stagione, stravolgendo metodiche di allenamento e carichi di lavoro. Con esiti evidenziati dallo ZERO nel medagliere finale di Hoogerheide“.
Il problema di base
Il ciclocross, dalla Federazione, avrร sempre meno soldi in futuro. Su questo c’รจ poco da fare: si tratta di una disciplina non olimpica, di conseguenza un ente finanziato dal Coni non puรฒ investire un budget eccessivo in una disciplina che non rientra in quelle a cinque cerchi. La Federazione guidata dal presidente Cordiano Dagnoni, perรฒ, ha piรน volte espresso la volontร di trovare sempre piรน investitori al fine di non essere dipendenti solo dai soldi che arrivano dal Comitato Olimpico.
In questo, la rassegna di Hoogerheide puรฒ dare una bella spinta, visto l’alto numero di persone che erano presenti quel giorno a seguire la gara sia sul percorso che in televisione. Insomma, la visibilitร รจ tutto, e potrebbe essere un’occasione per far vedere il proprio logo sulla maglia azzurra non solo da marzo a settembre, ma anche da ottobre a febbraio. Ci siamo permessi di dare un piccolo suggerimento di marketing alla Federciclismo, tutto qui: anche perchรจ se davvero si riuscissero a trovare sponsor che vogliono investire 365 giorni l’anno, entrerebbero dei soldi da investire esclusivamente per l’attivitร del ciclocross, e si risolverebbero molti problemi.
La mancanza di dialogo
Purtroppo mi dispiace notare invece come da quanto riportato su Bici.pro ci sia un altro problema di fondo ben piรน grave: l’assenza di dialogo e di una linea condivisa tra societร sportive e Federazione. Daniele Pontoni continua a portare avanti la sua linea, le squadre perรฒ non ci stanno. Insomma, piรน che una bufera, sembra quasi di assistere a una lite condominiale. L’auspicio รจ che la stagione estiva possa riportare una certa serenitร nell’ambiente, con una linea condivisa da tutte le parti in causa. Purtroppo c’รจ poco da stare allegri: non si puรฒ essere eccessivamente felici di due medaglie “di legno” al mondiale quando poco meno di dieci anni fa Eva Lechner portรฒ a casa l’argento, battuta solo da Marianne Vos. Dietro di lei c’erano tantissime giovani che cercavano di emergere, come Alice Maria Arzuffi e Chiara Teocchi, quest’ultima capace di regalarci due maglie di campionessa europea. Insomma, tutto sommato negli ultimi anni qualche risultato internazionale c’era. Ma come si puรฒ pensare di fare risultato se manca una linea condivisa da societร e Federazione?