Onore a Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. Al netto di chi possa essere più o meno forte, una cosa è certa: questi ragazzi hanno dato davvero il massimo in ogni tappa. E’ chiaro che l’infortunio di Pogacar non gli ha permesso di essere competitivo nel corso delle tre settimane, e guarda caso è crollato proprio nel tappone alpino a pochi giorni dall’arrivo di Parigi. E’ altrettanto chiaro che Vingegaard ha invece avuto una preparazione senza intoppi e non ha mai avuto giornate di crisi.
Al di là di tutto, bisogna fare davvero i complimenti a questi due ragazzi, perchè davvero hanno messo cuore e anima in questo Tour de France. Viene da domandarsi se la loro rivalità, sempre molto sportiva e ricca di gesti di fair play, possa essere la principale rivalità in questo ciclismo contemporaneo.
A occhio e croce, viene da dire che quella tra Vingegaard e Pogacar sia la seconda più grande rivalità del ciclismo contemporaneo dopo quella tra Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert. Questi ultimi gareggiano tutto l’anno, sia d’inverno nel ciclocross che d’estate su strada. Non si risparmiano mai e anche nelle classiche monumento li abbiamo visti battagliare, con una bella serie di vittorie ottenute proprio dall’olandese. Senza dubbio, la loro è la rivalità sulla quale si poggia un po’ tutto il ciclismo contemporaneo: quando sono al via di una corsa, i riflettori sono sempre su loro due.
La rivalità tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar, a nostro modo di vedere, può essere collocata subito dietro la rivalità tra il belga e l’olandese. Potrebbe forse essere la più importante al mondo, ma purtroppo vediamo Vingegaard gareggiare molto poco: il danese ha già affermato, ad esempio, che non farà i mondiali, e crediamo che dopo il Tour de France lo vedremo gareggiare molto poco.
Sarebbe bello poter vedere lui e lo sloveno, per esempio, al via de Il Lombardia: lo scorso anno Vingegaard chiuse sedicesimo, e con una preparazione adeguata potrebbe provare a dire la sua. Pogacar, invece, su questo non ha bisogno di presentazioni: è sempre presente alle corse e sempre pronto a vincere. Peccato per quella Liegi-Bastogne-Liegi e il conseguente infortunio, che ha rovinato anche i piani per la Grande Boucle.