Il Tour de France ha dato dei verdetti più che giusti. Jonas Vingegaard merita di vincere per il secondo anno consecutivo la maglia gialla, mentre Tadej Pogacar è stato un suo degno rivale prima del crollo di Courchevel. Lo sloveno ha avuto due giornate brutte, la prima delle quali sul Marie Blanque, mentre la maglia gialla non ha mai avuto giornate davvero brutte.
Ma questa edizione della Grande Boucle non ci ha offerto solo questi spunti. In primis abbiamo capito che un giovane ragazzo di 22 anni, Carlos Rodriguez, può ambire a vincere un giorno una grande corsa a tappe. Abbiamo riscoperto Adam Yates, che in versione gregario di lusso è andato a prendersi il podio alle spalle di Pogacar.
Abbiamo avuto l’ennesima conferma riguardo Jai Hindley: una top-10 alla sua prima partecipazione al Tour de France non è così male, e anche lui potrebbe provare, con questo minimo di esperienza, provare a fare di meglio nei prossimi anni. Abbiamo salutato Thibaut Pinot insieme al pubblico francese, in un calore che nemmeno uno stadio colmo di gente è capace di offrire. Come italiani, possiamo festeggiare la maglia a pois di Giulio Ciccone, un simbolo davvero prestigioso. E abbiamo avuto la conferma che Egan Bernal, se vuole tornare ai suoi livelli, deve lavorare davvero molto, ma è già una vittoria che abbia concluso questa edizione del Tour.
Insomma, alla fine la classifica generale del Tour ci ha offerto degli spunti di riflessione importanti per il presente e per il futuro. Alla fine, è stato giusto così. Tutti questi ragazzi hanno dato il massimo fino a oggi. Domani prepariamoci ad applaudirli nella passerella di Parigi.