Mondiali. La nazionale italiana festeggia Ganna e Milesi, ragazze sfortunate

La nazionale italiana di ciclismo torna a casa dalla rassegna mondiale di Glasgow con 11 medaglie (2 ori, 4 argenti e 5 bronzi), mentre nel paraciclismo con 19 medaglie (5 ori, 5 argenti e 9 bronzi). E’ stato il primo mondiale della storia che ha raggruppato in pochi giorni tutte le discipline del ciclismo, quindi mai come quest’anno è sotto gli occhi di tutti il risultato complessivo ottenuto dalle nostre nazionali.

In una disamina di questi numeri, è necessario partire dal fatto che, come al solito, il paraciclismo ha svolto la parte del padrone, conquistando più della metà del numero di medaglie complessive dell’intera spedizione azzurra. Questi ragazzi e queste ragazze fanno dei sacrifici davvero molto importanti nel corso dell’anno per ottenere in cambio molta poca visibilità rispetto a quello che sono i reali valori in campo. Spesso il paraciclismo e lo sport paralimpico in generale si ferma solo a quei pochi personaggi che sanno attirare l’attenzione, che sono riusciti a farsi conoscere al grande pubblico, ma ce ne sono molti altri che meriterebbero altrettanta visibilità.

Passando ai normodotati, è impossibile non parlare del vero trascinatore degli azzurri ai mondiali di ciclismo di Glasgow, Filippo Ganna. Il piemontese ha dimostrato davvero di essere di un’altra categoria: in pochi giorni ha conquistato l’argento nell’inseguimento a squadre, l’oro nell’inseguimento individuale e l’argento nella cronometro. Dai velodromi alla strada, per Pippo cambia poco: la sua indole vincente è sempre pronta a dare battaglia. In vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024 sarà necessario fare un lavoro certosino per preparare al meglio tutti gli appuntamenti, ma siamo sicuri che Ganna riuscirà ancora una volta senza problemi a coniugare tutti gli impegni nei quali è chiamato a dare battaglia.

Lorenzo Milesi

Proseguendo con le note positive, è impossibile non parlare di Lorenzo Milesi. Vincitore della gara a cronometro e quinto nella gara in linea, avere un campione del mondo in questa categoria è sicuramente molto importante in ottica futura. Milesi ha battuto Alec Segaert, il nuovo prodigio del ciclismo su strada, ed è un segnale importante per tutto il movimento. In ottica futura, questo ragazzo può dimostrare grandi cose, anche perchè fa già parte di una formazione World Tour, il Team Dsm, che gli ha permesso di affrontare già molte sfide importanti, su tutte la presenza al Giro del Delfinato di quest’anno.

Quello che davvero è mancato in questa spedizione azzurra ai mondiali di Glasgow è stato il ciclismo femminile. Non è una critica nei confronti del movimento, anzi: purtroppo l’avvicinamento delle azzurre è stato davvero travagliato, con l’infezione cutanea rimediata da Elisa Longo Borghini, un’Elisa Balsamo non al top della forma dopo la caduta dello scorso maggio e Silvia Persico che ha cercato di salvare il salvabile. Nella prova in linea le ragazze ce l’hanno messa tutta e ha vinto sicuramente la più forte, Lotte Kopecky.

Questo passaggio a vuoto delle azzurre ci fa capire ancora di più quanto sia importante il ciclismo femminile, spesso tanto bistrattato in termini di visibilità, un po’ come accade per il ciclismo paralimpico. In Italia c’è ancora molto da fare per offrire pari opportunità a uomini e donne: l’auspicio è che con l’arrivo di Rcs Sport ad organizzare il Giro d’Italia Donne, questo evento possa attirare ancora di più l’attenzione del grande pubblico, e che possa essere un richiamo per tutti, per far sì che l’attenzione sulle donne possa essere sempre viva. Negli anni passati sono sempre state le ragazze a “salvare” le spedizioni azzurre, con belle gare e grandi vittorie, ultima proprio quella di Elisa Balsamo. Se mancano loro, il resto della spedizione non riesce a brillare. Siamo però sicuri che le azzurre guidate da Paolo Sangalli riusciranno a trovare il giusto riscatto, magari proprio all’Europeo, con la speranza che la sfilza di guai sia davvero finita.

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