Ci sarà mai un amore tra Jonas Vingegaard e le classiche del ciclismo mondiale? La domanda sorge spontanea nel momento in cui, a fronte del tentativo di doppietta Giro-Tour di tadej Pogacar, la Visma-Lease a Bike a reso noto attraverso il direttore sportivo Merijn Zeeman che non sarà al via della corsa rosa il prossimo anno.
Eppure, nei giorni scorsi, il corridore danese aveva detto a chiare lettere che un giorno vorrebbe tentare di prendere parte alle tre grandi corse a tappe – Giro, Tour e Vuelta – nello stesso anno, con l’obiettivo di vincerli. Un’impresa che, ad oggi, non è mai riuscita a nessuno. “Jonas ha detto in un’intervista che gli piacerebbe fare tutti e tre i Grandi Giri in un anno. Non sono sicuro che sappia quello che dice, ma l’anno prossimo non sarà al Giro d’Italia”, ha affermato a GCN.
Certo, l’assenza di Vingegaard al Giro era quasi naturale, ma nella mente dei tifosi era affascinante l’idea di vederlo battagliare con lo sloveno per sei settimane tra Italia e Francia. Nel 2023 la Jumbo-Visma ha vinto tutti e tre i grandi giri, con il successo alla Vuelta che si è trasformato in una vera e propria tripletta, con tre uomini sui primi tre gradini del podio finale di Madrid. A vincere è stato Sepp Kuss, che è arrivato nella capitale spagnola dopo aver corso gli altri due grandi giri entrambi al fianco dei propri capitani, Vingegaard e Roglic.
Nel corso di questa stagione, il danese non ha preso parte nemmeno a una corsa di un giorno. L’ultima sua apparizione in una classica monumento risale a Il Lombardia 2022: davvero troppo tempo in là per un corridore che, al pari di Pogacar, ha dimostrato di saper vincere tutte le corse a tappe alle quali prende parte. Non è da tutti chiudere secondo alla Vuelta – sfiorando quindi la doppietta – dopo aver vinto il Tour de France. Vero è che l’accoppiata Giro-Tour è ben diversa da quella Tour-Vuelta.
Quello che farebbe davvero piacere ai tifosi sarebbe vedere Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar sfidarsi nelle classiche monumento. Ad oggi, lo sloveno risulta particolarmente simpatico ai tifosi in quanto riesce a dare battaglia anche su quei terreni che, almeno sulla carta, non sarebbero troppo favorevoli alle sue caratteristiche. L’esempio fondamentale può essere l’ultimo Giro delle Fiandre, quando Pogacar ha battuto nientemeno che Mathieu van der Poel, il grande specialista delle pietre. Senza contare il quarto posto alla Milano-Sanremo, una corsa sulla carta non adatta a un corridore come Pogacar. Eppure, lui è sempre lì a dare battaglia.
Il danese, invece, si concentra solo sulle corse a tappe. Eppure, non sarebbe male vedere Vingegaard di nuovo a Il Lombardia o in una classica come la Liegi-Bastogne-Liegi, vinta tra l’altro nel 2020 dal suo (ormai ex) compagno di squadra Primoz Roglic. E’ proprio questo che manca a Vingegaard, la competitività nelle classiche. Nel 2023 le ha saltate tutte, e ad oggi non sappiamo se nel 2024 vi prenderà mai parte.
Non parliamo solo delle monumento: un corridore come Vingegaard potrebbe ben figurare anche alla Freccia Vallone o all’Amstel Gold Race. Insomma, il duello Vingegaard-Pogacar potrebbe in teoria riproporsi anche nelle classiche, ma purtroppo, ad oggi, non abbiamo prova di quanto il danese possa essere competitivo nelle corse di un giorno. Appurato che al Giro d’Italia non ci sarà, sarebbe bello poter vedere Vingegaard in una classica del Nord, in un mese, quello di aprile, che è ancora lontano dal Tour de France. Senza considerare che ci sono anche i Giochi Olimpici e il mondiale: la Danimarca può lasciare a casa, in entrambe le competizioni, un corridore così?