L’italiano medio: ecco perchè il nostro non sarà mai un Paese per ciclisti

Dopo le recenti dichiarazioni di Vittorio Feltri, che hanno suscitato importanti reazioni anche a livello politico, possiamo definitivamente stabilire che l’Italia non sarà mai un Paese per ciclisti. Sarà il Paese del traffico, dove si vede l’auto come l’unico mezzo di trasporto capace di portare in fretta le persone da punto A a punto B. Sarà sempre il Paese dove l’automobilista impreca: al chiuso della propria vettura, senza poter essere ascoltato, può mandare a quel paese gli altri automobilisti che lo fanno andare piano, può imprecare contro i pedoni e, soprattutto, contro i ciclisti.

Pongo una semplice riflessione, visto che ogni anno, purtroppo, non sono solo i ciclisti che perdono la vita sulla strada, ma anche i pedoni: cosa succederebbe se un esponente politico dichiarasse “io odio i pedoni che attraversano la strada?”.

Il problema è che oggi, almeno in Italia, è lecito sparare sentenze sui ciclisti. Non c’è in corso un cambiamento culturale che faccia sostenere il contrario. Nell’editoriale pubblicato da Massimiliano Tonelli, le parole di Vittorio Feltri vengono prese come un possibile cambiamento in atto: una sorta di “vecchia generazione” che è spaventata dai cambiamenti della mobilità, visto che sempre più persone scelgono la bici. Ci auguriamo che il nostro collega possa avere ragione (i numeri confortano tutti in questo), eppure siamo sempre in guerra: i ciclisti, in Italia, sono una razza da odiare. L’italiano medio li odia e continuerà a odiarli, fino ad augurare loro la morte. E lo ripetiamo: oggi come oggi è inammissibile augurare la morte a un pedone, perchè tutti lo siamo almeno una volta al giorno: ma in bici non salgono tutti, quindi, culturalmente, è diventato lecito odiare a morte chi pedala.

L’Italia continua a rimanere indietro davanti al resto del mondo. mentre il prezzo del carburante continua ad essere alto, mentre i costi di gestione delle automobili sono aumentati a dismisura, si continua a vivere senza alternative. In molte città italiane le ciclabili sono poche e, soprattutto, non sono sostenute da un sistema di trasporto pubblico che possa aiutare i ciclisti a fare il maggior numero di chilometri. Avete mai provato a prendere la metropolitana con la bici a Roma? Un’esperienza da provare almeno una volta nella vita per chi ama il brivido. L’influencer Ivan Maggini racconta, nei suoi video, i mezzi di trasporto pubblico in tutta Italia e non solo: sarebbe interessante vedere alcuni suoi video dove prova a prendere i mezzi con la bici.

Mettiamoci, quindi, con l’anima in pace. E’ in corso una vera e propria guerra tra ciclisti e automobilisti, dove tutti si odiano e nessuno riesce a capire che, semplicemente, la strada è di tutti. Ma purtroppo sembra davvero un concetto troppo difficile da capire.

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