Parigi-Nizza 2025, gruppo in rivolta contro l’organizzazione: “In discesa al freddo, non avevamo sensibilità alle mani”

La quarta tappa della Parigi-Nizza 2025 è stata segnata da momenti complicati, soprattutto a causa delle difficili condizioni meteorologiche. I corridori hanno dovuto affrontare temperature estremamente basse e persino la grandine, tanto che l’organizzazione ha deciso di applicare il “protocollo meteo”. In un primo momento, la corsa è stata neutralizzata in movimento, per poi essere definitivamente fermata. Solo dopo un miglioramento delle condizioni atmosferiche, la gara è ripartita regolarmente, consentendo ai ciclisti di raggiungere il traguardo. Tuttavia, la gestione di questa procedura non ha convinto molti dei protagonisti in corsa.

Come riportato da SpazioCiclismo, Mattias Skjelmose ha espresso il proprio disappunto dopo l’arrivo: “Quando ha iniziato a grandinare e hanno neutralizzato la gara faceva molto freddo, ma ho aspettato cinque minuti prima di rivestirmi. Sapevo che, se avessero deciso di riprendere la corsa, avrei avuto dei problemi, ma se non lo avessero fatto avrei preso la decisione giusta. Quando siamo ripartiti avevo le gambe congelate e non riuscivo a fare scatti, ho sofferto parecchio. Non è stato divertente. Onestamente non pensavo saremmo ripartiti, ma il mio direttore sportivo mi ha detto di tenermi pronto, perché non c’era proprio la possibilità che la corsa sarebbe stata cancellata”.

Decisamente più critico è stato Jonas Vingegaard (Visma | Lease a Bike), autore di un attacco sulla salita finale che gli ha permesso di conquistare la Maglia Gialla ai danni del compagno di squadra Matteo Jorgenson. Il danese non ha nascosto il proprio disappunto al termine della frazione odierna della Parigi-Nizza 2025: “Non sono per nulla felice, secondo me non avremmo mai dovuto gareggiare in questo finale e non saremmo dovuti ripartire quando lo abbiamo fatto. Il problema non era il percorso pericoloso, il problema è stato che abbiamo fatto una dozzina di chilometri di discesa andando pianissimo, tutti stavamo congelando e nessuno riusciva ad avere sensibilità sui freni. Dopo la discesa abbiamo avuto 5-10 minuti per riscaldarci nuovamente ma non sono stati sufficienti, e io tutt’ora non sono riuscito a riprendere la giusta temperatura e ho ancora freddo”.

Anche Matteo Jorgenson ha raccontato il proprio punto di vista, come riportato da SpazioCiclismo: “Non abbiamo ricevuto alcuna spiegazione rispetto a quel che stava succedendo. Ci siamo fermati e sono arrivate le ammiraglie per farci cambiare vestiti, ma penso che la corsa sia stata interrotta proprio nel momento in cui faceva più freddo. All’improvviso, mentre ero all’auto della squadra, ho visto partire l’auto della direzione gara, con alcuni corridori dietro, senza alcuna comunicazione. Ho inseguito per rientrare, andando forte, e poi siamo stati fermati di nuovo. Davvero, delle montagne russe”.

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