Quando il Giro d’Italia 2025 è stato presentato, lo scorso gennaio, tanti osservatori (me compreso) hanno criticato il percorso. La critica principale che veniva fatta riguardava l’assenza di alte montagne: tutti gli arrivi e tutte le tappe sono poste sotto i 2000 metri, ad eccezione di quella del Colle delle Finestre, con Sestriere, dove in un’unica giornata, la penultima, si superano due volte i 2000 metri sul livello del mare.
I grandi giri, però, si vincono in salita. Anche a cronometro: non era questo il caso per come è stato disegnato, ma è chiaro che se si vuole vincere bisogna andare forte quando la strada sale. Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare, fuori di paragone: dare a Mauro Vegni quello che è di Mauro Vegni: alla fine, possiamo dire che di salita in questo Giro d’Italia c’è ne è stata, non tantissima ma comunque abbiamo visto in passato edizioni del Tour de France molto più piatte, per fare un paragone. Quello che però dispiace vedere è che ai corridori manca sempre una componente: il coraggio.
C’era grande attesa verso la tappa di oggi con arrivo a Champoluc, forse anche troppa. In fondo, quando ci sono due giornate consecutive di alta montagna, i corridori che partecipano al Giro non tentano mai il tutto per tutto il primo giorno, ma cercano sempre di lasciare un po’ di energie per il secondo. Diverso è stato il discorso, ad esempio, per la frazione di Brentonico: dopo il giorno di riposo, molti corridori si sono sentiti freschi e pronti ad attaccare. Anche a Bormio, dove c’è stata la vittoria di Del Toro, si è vista stanchezza, ma almeno la corsa è stata animata.
Stavolta, invece, è sembrato un copione già visto, come avviene negli ultimi anni. Sicuramente il corridore in maglia rosa è difficile da battere, ma è anche vero che nessuno ci ha provato sul serio, almeno non oggi. Domani c’è la tappa di 205 km, ma quante forze sono rimaste davvero in campo? La domanda coinvolge, ovviamente, anche il leader della generale.
Il Giro d’Italia c’è, il percorso c’è, le salite ci sono. Ma manca il coraggio. O forse mancano le forze. Ma comunque il risultato è di nuovo lo stesso.