Simon Yates, nel 2018, aveva perso il Giro d’Italia sul Colle delle Finestre. Una crisi davvero importante per il corridore britannico, che aveva dovuto alzare bandiera bianca a tre tappe dalla conclusione. In quella giornata, con la tappa che arrivava sullo Jaffreau, Simon Yates ha dovuto cedere 38 minuti a Chris Froome. Stavolta, l’impresa l’ha fatta lui, grazie a una tattica di squadra davvero perfetta.
“Sentivo tanto dolore alle gambe, ma ho cercato di essere fiducioso. Non saprei dire se ho attaccato nel punto dove ero in crisi nel 2018: in quel momento ho pensato solo che dovevo provare ad andare via da solo e rischiare. Lo sterrato non si addice molto alle mie caratteristiche, ma l’obiettivo era questo fin dal primo giorno. Memore di quanto accaduto nel 2018, sapevo che questa sarebbe stata la frazione dove si sarebbe decisa tutta la corsa: dovevo rimanere davanti e giocarmi qui il tutto per tutto”.
Simon Yates: “Ho chiuso una brutta pagina”
Proprio da quella giornata di crisi, Yates ha saputo ripartire: “E’ stato un punto negativo della mia carriera, ma non ho mai smesso di crederci. Sicuramente, questo è il picco della mia carriera, anche perché non sono più così giovane. Ho provato spesso a vincere il Giro: sono salito sul podio, poi un anno sono dovuto andare per il Covid e in un’altra occasione sono caduto e mi sono fatto male al ginocchio. In queste tre settimane mi sono nascosto e devo ringraziare la squadra perchè in tutti questi giorni mi ha fatto sempre stare al momento giusto al posto giusto, non sono mai caduto. Questa vittoria è qualcosa per cui ho lavorato per tantissimi anni, ma, soprattutto, ho dimostrato che quella brutta pagina del 2018 è stata chiusa per sempre: fin da quando avevano presentato il percorso ho detto che volevo essere al Giro per lasciarmi alle spalle quella giornata”.