Se n’è andato Gianfranco Butinar, attore, imitatore, artista poliedrico e amico del ciclismo. Una notizia che ha colpito nel profondo chiunque l’abbia conosciuto, non solo per il talento che sapeva portare in scena, ma per il calore umano con cui affrontava la vita. Chi lo incrociava su via Cristoforo Colombo, a Roma, lo sapeva: lì, tra le auto e le ruote sottili dei corridori in allenamento, Gianfranco era di casa.
Era lì, ogni giorno, che osservava i ciclisti e li riprendeva con il telefonino. Un palcoscenico improvvisato dove prendevano vita le sue inconfondibili imitazioni.È proprio da quegli incontri quotidiani che nacque la sua irresistibile imitazione di Adriano De Zan, postata su Instagram con un misto di affetto e ironia che conquistò migliaia di appassionati. Le sue telecronache immaginarie, i riferimenti agli “uomini soli al comando”, il modo in cui raccontava le fughe del cuore e delle gambe: tutto risuonava come un omaggio sincero al ciclismo e a uno dei suoi narratori più amati.