Alla vigilia del Tour de France 2025, Tadej Pogačar si presenta sereno ma determinato. Dopo una stagione perfetta e con tre Tour già in bacheca, il fuoriclasse sloveno della UAE Team Emirates – XRG è il grande favorito per conquistare la quarta maglia gialla. Ma davanti a lui c’è ancora una volta Jonas Vingegaard, il rivale di sempre, pronto a contendersi il trono di Parigi.
“Negli ultimi cinque anni la sfida tra me e Jonas è stata intensa,” ha dichiarato Pogačar in conferenza stampa a Lille. “Sarà interessante vedere se ci scambieremo ancora le posizioni sul podio o se ci sarà qualcun altro a inserirsi. Ci sono nuovi corridori emergenti e ogni Tour è una storia a sé.”
Tadej Pogačar. “Jonas è in ottima forma”
Nonostante i pronostici a favore, Pogačar non sottovaluta il danese: “Penso che Jonas sia in ottima forma e, a volte, sa fare prestazioni migliori delle mie a cronometro. È uno dei migliori, se non il migliore.”
Sul tracciato di quest’anno, lo sloveno avverte: “Come sempre, la prima settimana del Tour è una delle più intense e nervose. È facile perdere tutto nei primi dieci giorni. Ci sono finali tecnici, tappe dure e una cronometro… l’importante è restare concentrati, evitare errori e risparmiare energie per l’ultima settimana.”
Anche la questione sicurezza, sempre più centrale nel ciclismo moderno, non lo lascia indifferente: “Mi sento spesso insicuro in bici. Anche solo uscire ad allenarsi nel traffico è un rischio. Poi alle gare sei tra 170 corridori che conosci, ma il pericolo resta. I tifosi a volte esagerano, ma senza di loro questo sport sarebbe noioso. Sono loro a rendere il Tour speciale.”
La tappa più difficile? Per Pogačar non ci sono dubbi: “L’ultima settimana sulle Alpi sarà durissima. La tappa con 5.500 metri di dislivello su tre mostri di montagna sarà la più tosta. Ma dura non vuol dire negativa: sono le sfide che mi piacciono.”
Infine, una riflessione sulle regole e i bonus di tempo, modificati per questa edizione: “Non ci ho fatto troppo caso, ma noto che la regola dei cartellini gialli non è ancora chiara. Spesso si penalizza solo perché qualcosa si è visto in TV, ma in gruppo succede ben altro. Servirebbe maggiore coerenza e trasparenza.”