L’Italia puรฒ ora ripartire alla ruota di Jonathan Milan. Anzi, deve farlo. Perchรจ questo digiuno รจ stato davvero troppo lungo: 113 tappe senza acuti azzurri sono un’eternitร . Nel 2019, quando Nibali vinse la tappa di Val Thorens, la penultima di quell’edizione vinta dal colombiano Egan Bernal, il mondo era completamente diverso. Non c’era ancora stata una pandemia, non esisteva ancora l’intelligenza artificiale, il ciclismo era dominato ancora dal Team Sky, diventato poi Team Ineos, in particolare per ciรฒ che riguarda le grandi corse a tappe. Un’altra epoca.
L’Italia non รจ arrivata al Tour de France con un contingente importante, ma con tanti corridori capaci di vincere almeno una tappa. Per la classifica generale se ne riparlerร forse il prossimo anno. Eravamo partiti con Filippo Ganna che avrebbe potuto accendere la miccia in varie tappe e con lo stesso Jonathan chiamato a dire la sua negli sprint. Ci sono anche corridori come Simone Velasco e Matteo Trentin, che potrebbero provare a dire la loro nelle fughe. Bisogna poi considerare che, tra gli 11 al via da Lille, sono presenti i nomi di due gregari come Mattia Cattaneo ed Edoardo Affini, relegati al ruolo di gregario. Proprio Cattaneo, questa mattina, non รจ partito a causa di un infortunio, mentre Ganna ha dovuto abbandonare nel corso della prima tappa. Una sfortuna pazzesca.
Uno sprint per la vittoria. Jonathan Milan รจ consapevole di essere uno dei migliori al mondo: si รจ dovuto confrontare con Wout Van Aert e Kaden Groves, non proprio gli ultimi arrivati. Mathieu van der Poel ha fatto il diavolo a quattro per scombussolare i piani di tutti, ma alla fine il successo di Jonny รจ arrivato. Tutta l’Italia puรฒ esultare, il digiuno รจ finito. Ma ora i politici non facciano chiacchiere inutili: rimbocchiamoci le maniche e rilanciamo il movimento italiano che sta soffrendo davvero troppo al cospetto degli altri Paesi.