È il test più crudele del ciclismo su pista: un’ora da correre senza respiro, solo tu, la bici e l’orologio. Charlie Tanfield, 28 anni, pluricampione mondiale nell’inseguimento, ha provato oggi a scrivere il proprio nome nella storia, puntando al primato di Filippo Ganna. Ma i numeri, alla fine, hanno raccontato un’altra storia.
Un traguardo irraggiungibile
Il campione italiano nel 2022 aveva fissato l’asticella a 56,792 km. Tanfield, dopo sessanta minuti a tutta, si è fermato a 53,964 km, prestazione che lo colloca dietro anche a Dan Bigham, Victor Campenaerts e Bradley Wiggins.
La velocità più alta registrata dal britannico è stata di 54,868 km/h attorno al 35° chilometro; da lì in avanti, il ritmo è calato progressivamente fino al traguardo.
La cronaca di un inseguimento
Sin dal primo mezzo giro il confronto con Ganna è stato impietoso: Tanfield era già oltre un secondo più lento. Il divario è cresciuto costantemente, superando il minuto al km 38 e i due minuti al km 46,5.
Il tutto si è svolto sul nuovo velodromo di Konya, a 1.200 metri di quota, impianto che ospiterà i Campionati Europei nel febbraio 2025.
Preparazione estrema, ma resa amara
Per affrontare la prova, Tanfield aveva lavorato in altura ad Andorra e simulato il caldo torrido con sedute indoor a 45 gradi, all’interno di una tenda montata nel giardino di casa. Una preparazione insolita che però non ha pagato. Nell’ultimo quarto d’ora di oggi la sua pedalata si è fatta più pesante, segno di un calo evidente. Resta in programma un secondo tentativo per domani mattina: la scelta se scendere nuovamente in pista o fermarsi qui dipenderà solo da lui.