La Vuelta a España 2025 continua a essere segnata più dalle polemiche che dalle emozioni sportive. Dopo l’episodio della cronosquadre, quando alcuni manifestanti hanno cercato di bloccare il passaggio della Israel – Premier Tech, ieri la situazione è degenerata nuovamente: alcuni dimostranti si sono lanciati in strada durante la corsa, causando sbandamenti e una caduta che ha visto coinvolto Simone Petilli (Intermarché – Wanty).
Il corridore italiano, fortunatamente senza gravi conseguenze, si è rialzato ed è riuscito a ripartire, ma la dinamica ha riacceso il dibattito sulla sicurezza del gruppo. “Capisco che non sia una bella situazione, ma ieri sono caduto a causa di una protesta sulla strada – ha scritto Petilli sui propri social – Per favore, siamo solo ciclisti e stiamo facendo il nostro lavoro. Così la nostra sicurezza non è più garantita. Cadere a 50 km/h non è piacevole, vogliamo solo correre”.
Riunione fra i corridori e timori crescenti
La tensione era già palpabile prima del via della 11ª tappa. Alla partenza, i rappresentanti delle squadre si sono riuniti per discutere dell’accaduto e della presenza stessa della Israel – Premier Tech in corsa. Secondo indiscrezioni, alcuni atleti avrebbero espresso dubbi sulla possibilità di continuare senza ulteriori garanzie.
La tappa è partita con qualche minuto di ritardo e, dopo poche centinaia di metri, è stata addirittura interrotta da un nuovo tentativo di protesta in strada. Solo dopo l’intervento delle forze dell’ordine la gara è potuta riprendere regolarmente.
Il comunicato della CPA
Sulla vicenda è intervenuta con fermezza anche l’Associazione Corridori Professionisti (CPA), presieduta da Adam Hansen:
“Il ciclismo è uno sport che richiede sforzi sovrumani e gli atleti già affrontano sfide fisiche enormi. È inaccettabile che si aggiungano pericoli esterni. Non tollereremo azioni irresponsabili che mettono a rischio le vite dei nostri membri”, recita la nota.
La CPA ha inoltre invitato le autorità spagnole a garantire un corretto e sicuro svolgimento della corsa: “Tutti hanno il diritto di manifestare, ma non a spese di atleti che stanno semplicemente facendo il loro lavoro”.
Un clima pesante
Il tema sicurezza si conferma dunque centrale in questa edizione della Vuelta. Se da un lato i corridori chiedono tutele maggiori, dall’altro resta aperta la questione politica che ha acceso le proteste, con la presenza della Israel – Premier Tech al centro del dibattito.
La corsa continua, ma lo spettro di nuovi episodi resta vivo, alimentando preoccupazioni che vanno ben oltre la competizione sportiva.