L’UCI ritira il numero di gara di Muriel Furrer: omaggio alla giovane ciclista svizzera

A un anno esatto dalla tragica scomparsa di Muriel Furrer, l’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha deciso di rendere omaggio alla giovane atleta svizzera ritirando in maniera definitiva il numero di gara che indossava ai Mondiali Juniores. Quel dorsale non sarà più assegnato nella prova su strada femminile juniores dei Campionati del mondo di ciclismo.

L’incidente e le polemiche sui soccorsi

Il 2024 rimarrà impresso come un anno doloroso per l’intero movimento ciclistico. Durante la gara in linea juniores femminile, Furrer fu vittima di una caduta gravissima che le provocò un trauma cranico. Rimasta a lungo senza assistenza, anche per la mancanza di radioline e sistemi di localizzazione, l’atleta non poté chiedere aiuto.

Il ritrovamento tardivo e il successivo trasporto in elicottero all’ospedale non riuscirono a salvarle la vita: la ciclista svizzera si spense il giorno successivo.

Le misure di sicurezza introdotte

Dopo l’incidente, l’UCI e le federazioni nazionali hanno avviato una serie di iniziative per evitare che simili tragedie possano ripetersi. Tra queste, l’introduzione dell’uso obbligatorio del GPS in gara, così da garantire un monitoraggio costante della posizione delle atlete e degli atleti.

Le parole di David Lappartient

Il presidente UCI, David Lappartient, ha ricordato con commozione la giovane ciclista svizzera durante l’annuncio ufficiale:

“La morte di Muriel Furrer, una giovane promessa con un futuro brillante, ha gettato un’ombra su tutto il nostro sport. A un anno di distanza i nostri pensieri sono rivolti a lei, alla sua famiglia e a Swiss Cycling. Per onorarla, abbiamo deciso che il numero da lei indossato non sarà più assegnato”.

Un ricordo che resta vivo

Il ritiro del dorsale non è solo un atto simbolico ma anche un segnale forte della volontà dell’UCI di unire memoria e prevenzione, trasformando una tragedia in un impegno concreto per il futuro.

Muriel Furrer resterà così per sempre parte della storia del ciclismo, ricordata non solo per il suo talento ma anche come simbolo della necessità di garantire maggiore sicurezza in corsa.

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