Ancora Tadej Pogacar sul gradino più alto del podio mondiale. Lo sloveno si è confermato campione del mondo ai Mondiali di ciclismo 2025 di Kigali con un’altra azione spettacolare da lontano, capace di fare la differenza sulle salite africane e lasciare tutti gli avversari alle spalle.
Il fuoriclasse della UAE Team Emirates ha attaccato sul Monte Kigali, quando mancavano poco più di 100 chilometri al traguardo. Al suo inseguimento erano riusciti a rimanere solo Juan Ayuso e Isaac Del Toro, ma entrambi hanno dovuto cedere strada facendo. Da quel momento, Pogacar ha intrapreso una lunga cavalcata solitaria fino alla linea d’arrivo, replicando il successo dello scorso anno. Dietro di lui si è piazzato Remco Evenepoel, fresco campione del mondo a cronometro, mentre il bronzo è andato all’irlandese Ben Healy.
“È stata una corsa durissima, ma sono felicissimo”
Subito dopo l’arrivo, Pogacar ha raccontato le sue sensazioni: “Speravo si formasse un piccolo gruppetto con Del Toro e Ayuso, com’è successo. Ma Ayuso si è staccato subito, poi anche Del Toro aveva problemi. Quindi sono rimasto da solo ed è diventata una corsa come l’anno scorso, tutta da solo. Sono davvero felice. Le salite diventavano sempre più difficili per me e le discese non erano così veloci, devi comunque pedalare. Durante gli ultimi giri qualche dubbio ti viene, ma per fortuna è andato tutto bene. È stata un’esperienza incredibile e una settimana di grande successo”.
“È speciale vincere ancora, grazie ai miei compagni”
Il campione del mondo ha poi sottolineato l’importanza del lavoro della nazionale slovena: “È speciale vincere ancora. Da campioni uscenti, avevamo molta pressione come nazionale. Siamo arrivati qui con grosse ambizioni e ce l’abbiamo fatta, sono davvero felice. I miei compagni di squadra hanno sacrificato molto per venire qui e dare tutto per aiutarmi a vincere, devo tutto a loro. Per me è stata una grande emozione vedere tutte quelle persone vicino a me sul rettilineo finale. È stato un grande show”.
L’attacco sul Monte Kigali
Infine, Pogacar ha spiegato la scelta del punto decisivo della sua azione: “Il Monte Kigali era il punto perfetto per attaccare. Trovarmi con Juan e Isaac, tre corridori dello stesso team, era la situazione ideale. Sarebbe stato un sogno arrivare con loro più vicino all’arrivo e lottare insieme, ma sono rimasto da solo a 60 km dal traguardo ed è stata dura arrivare”.