Non è tardata ad arrivare la risposta dell’ACSI. Dopo la notizia di ieri, diffusa attraverso un comunicato stampa federale nel quale si è parlato della sospensione della convenzione tra FCI e l’ente di promozione sportiva, sul sito di ACSI è apparsa oggi una nota decisamente piccata, che riportiamo per intero e che risponde alla precisazione inviata oggi dalla Federciclismo.
Di seguito il comunicato di ACSI Ciclismo.
“L’ACSI – Associazione di Cultura Sport e Tempo Libero – apprende con stupore la decisione della Federazione Ciclistica Italiana di sospendere unilateralmente la convenzione che da anni rappresentava un punto di equilibrio e collaborazione per la crescita del movimento ciclistico nazionale. Una scelta che, dietro motivazioni formali e strumentali, nasconde il disagio di una Federazione in evidente difficoltà nel gestire un settore amatoriale sempre più marginale e in affanno. Invece di investire nel dialogo e nella valorizzazione delle buone pratiche, la FCI ha preferito imboccare la strada della chiusura e del conflitto, colpendo non l’ACSI, ma migliaia di società, tesserati e appassionati che animano il ciclismo dilettantistico.
La sospensione arriva proprio nel momento in cui ripartono le affiliazioni per la stagione 2026 e dopo un aumento generalizzato delle quote federali, un provvedimento che rischia di allontanare ulteriormente le associazioni sportive. Una coincidenza che lascia poco spazio all’immaginazione e che rivela il vero obiettivo: mettere in difficoltà chi, come l’ACSI, rappresenta oggi il cuore pulsante del ciclismo amatoriale italiano. L’ACSI, con oltre 65 anni di esperienza e una rete capillare in tutto il Paese, organizza da oltre 10 anni le Gran Fondo più importanti d’Italia, e migliaia di eventi ciclistici e cicloturistici amatoriali garantendo standard tecnici, sicurezza, servizi e partecipazione che non hanno eguali.
La nostra forza è la fiducia delle associazioni, la vicinanza ai territori e la capacità di dare risposte concrete, non promesse. Siamo convinti che il ciclismo italiano non abbia bisogno di divisioni o sanzioni, ma di collaborazione e rispetto reciproco.
Per questo l’ACSI continuerà a lavorare per lo sviluppo dello sport amatoriale, nel segno della libertà associativa, dell’inclusione e della passione autentica che muove migliaia di ciclisti ogni fine settimana sulle strade del Paese. Le scelte di chi tenta di difendere spazi di potere perdendo di vista l’interesse generale finiranno per isolare chi le compie”.