La VF Group–Bardiani CSF–Faizanè ha centrato il 30º posto del ranking UCI, ultimo utile per ambire a una Wild Card nei Grand Tour 2026, superando la Solution Tech Vini Fantini di circa 250 punti. Un risultato importante, ma che per il team manager Roberto Reverberi “non ha senso”, perché costringe le Professional a correre ovunque “non per vincere, ma per raccogliere punti”, ha dichiarato nell’intervista esclusiva rilasciata a SpazioCiclismo.
Reverberi critica duramente l’attuale sistema: “Il punteggio non rispecchia il reale valore delle squadre. Le World Tour possono correre dove vogliono, noi siamo costretti a fare calendari enormi. Con 23 corridori, di cui 6 ex juniores, abbiamo disputato 210 giorni di gara: è insostenibile”. Il rischio, secondo lui, è uno sport “sempre più sbilanciato”, dominato da pochi team super-finanziati.
Nel mirino, in particolare, il modello UAE Team Emirates, citato come esempio di squilibrio: “La UAE crea il vuoto. Non è solo Pogacar: hanno capitani che altrove sarebbero leader assoluti. Così il ciclismo diventa quasi noioso e gli sponsor delle altre squadre non hanno visibilità”.
Per riequilibrare il sistema e tutelare chi fa crescere i talenti, Reverberi propone un meccanismo di ‘premio di valorizzazione’: una sorta di indennità per le Professional che formano i giovani poi ingaggiati dalle World Tour. “Noi investiamo e quando i ragazzi esplodono non ci resta nulla. Il premio servirebbe a reinvestire in altri giovani, per far crescere l’intero movimento”. Ma le squadre di vertice, rivela, “hanno bocciato la proposta”.





