Il ciclismo torna al centro dell’attenzione per un caso di doping tanto raro quanto sorprendente. La UCI ha infatti annunciato la sospensione provvisoria del giovane corridore azero Artyom Proskuryakov, appena diciottenne, risultato positivo a una sostanza generalmente estranea al panorama del ciclismo agonistico: la metanfetamina.
Il controllo dopo la gara iridata
Durante i Mondiali di Rwanda disputati a fine settembre, Proskuryakov aveva ottenuto il 41º posto nella prova a cronometro juniores, mentre non aveva concluso la gara in linea. Ed è proprio dopo quest’ultima che il corridore è stato sottoposto a un controllo antidoping “guidato da attività d’intelligence”, come riportato dalla UCI.
I campioni raccolti in quella occasione — ben due, secondo la nota ufficiale — hanno evidenziato la presenza di metanfetamina (isomero D-) e dei suoi metaboliti, dando origine a un risultato analitico avverso.
Una sostanza insolita nello sport
La metanfetamina è nota al largo pubblico con il nome di “crystal meth”, un potente stimolante del sistema nervoso centrale. Secondo il Trimbos Institute, produce effetti simili alle amfetamine ma con intensità e durata molto superiori. Il suo riscontro in un controllo ciclistico è estremamente raro e dunque particolarmente eclatante.
La sostanza rientra negli stimolanti non specificati (classe S6.A) della Lista delle Sostanze Proibite 2025 redatta dalla WADA e adottata integralmente dalla UCI, risultando pertanto vietata in gara.
Sospensione provvisoria e margini di difesa
Come da protocollo, Proskuryakov è stato sospeso provvisoriamente. Il giovane atleta può richiedere l’analisi dei campioni B, diritto che potrebbe esercitare nelle prossime settimane. Fino alla conclusione del procedimento, la UCI non fornirà ulteriori commenti.
Il ruolo dell’ITA nei controlli
La federazione internazionale ha colto l’occasione per ribadire che, dal 2021, il programma antidoping è affidato all’International Testing Agency (ITA), mentre la UCI mantiene la responsabilità sulla gestione dei risultati e l’eventuale avvio di azioni disciplinari. L’ITA Cycling Unit opera in completa indipendenza, garantendo controlli mirati e procedure trasparenti.






