Mads Pedersen sarà nuovamente il leader della Lidl-Trek al Tour de France 2026. Dopo una stagione di compromessi e rotazioni interne, il campione del mondo 2019 tornerà sulle strade francesi con un obiettivo chiaro: inseguire quella maglia verde che da anni rappresenta il grande tassello mancante del suo palmarès.
La conferma è arrivata durante il ritiro invernale della squadra a Dénia, in Spagna, dove Pedersen ha spiegato ai media come la scelta sia frutto di un accordo interno. Nel 2025 il danese aveva accettato di lasciare spazio a Jonathan Milan, dirottato sul Tour mentre lui si concentrava sul Giro d’Italia. Una mossa che si è rivelata vincente per entrambi.
Una staffetta riuscita
Milan ha sfruttato al massimo l’occasione, conquistando due tappe e la classifica a punti del Tour de France 2025, mentre Pedersen ha dominato la Corsa Rosa con quattro vittorie di tappa e la maglia ciclamino, prima di replicare alla Vuelta a España con un successo parziale e un’altra classifica a punti.
“Vincere la maglia verde al Tour è un mio grande sogno da anni – ha spiegato Pedersen –. L’anno scorso è stata una scelta intelligente mandare Jonathan al Tour e me al Giro. Ora tocca a lui scendere a compromessi. È così che funziona una grande squadra”.
Nel 2026, infatti, Milan punterà nuovamente al Giro d’Italia, lasciando a Pedersen il ruolo di riferimento per le volate e le tappe mosse al Tour.
Mads Pedersen, con Ayuso per una Lidl-Trek ambiziosa
Il quadro si arricchisce con l’arrivo di Juan Ayuso, destinato a essere il capitano per la classifica generale a Parigi. Una convivenza che Pedersen vede come naturale: “Ora abbiamo anche Ayuso. Io ho accettato di non andare al Tour l’anno scorso, adesso Jonathan farà un’altra scelta. L’equilibrio è fondamentale”.
L’ossessione Monumento
Prima del Tour, però, Pedersen guarderà ancora una volta alle Classiche Monumento, vero chiodo fisso della sua carriera. Nonostante un palmarès di altissimo livello – undici tappe nei Grandi Giri e tre Gent-Wevelgem – il danese non ha mai nascosto di sentirsi incompleto senza una vittoria in una delle cinque grandi Classiche.
Il compito è reso ancora più arduo dall’era di Pogačar e Van der Poel, dominatori assoluti delle Classiche. Ma Pedersen non si sente battuto in partenza: “So che hanno più talento di me, ma in certi giorni credo di poterli battere. Se non lo credessi, non sarei sulla linea di partenza”.
E su Parigi-Roubaix, la corsa dei sogni, non ha dubbi: “È per vincere queste gare che sono in questa squadra. Se non credessi di poter vincere la Roubaix, perché il team dovrebbe credere in me?”.






