Un attraversamento pedonale, un’auto che si ferma, un’altra che non rispetta la precedenza. È una dinamica purtroppo fin troppo comune quella che, nelle prime ore del mattino, ha visto coinvolto Silvio Martinello, campione olimpico ad Atlanta 1996 ed ex professionista del ciclismo italiano.
Erano circa le 7 quando Martinello stava attraversando la strada sulle strisce pedonali insieme a Hug, il suo cane. Dal lato sinistro un’auto si ferma correttamente per concedergli la precedenza. Dal lato opposto, invece, sopraggiunge un’altra vettura a velocità apparentemente moderata: tutto lascia pensare che si fermerà. Ma così non è.
L’impatto è violento. A limitare conseguenze ben più gravi è la prontezza di riflessi dell’ex olimpionico, che riesce a irrigidirsi e a saltare letteralmente sul cofano dell’auto, venendo poi scaraventato a un paio di metri di distanza. Un gesto istintivo che, come hanno confermato anche i medici del pronto soccorso, ha salvato la parte inferiore del corpo da danni seri.
Il bilancio parla di nove punti di sutura, nessuna frattura, ma numerose contusioni dolorose che, con il passare delle ore, si fanno sempre più evidenti. L’auto coinvolta è stata sequestrata dalla Polizia Stradale perché priva di copertura assicurativa.
Martinello non è un pedone “occasionale”. Al contrario, utilizza l’automobile solo quando strettamente necessario ed è un assiduo frequentatore di marciapiedi, attraversamenti pedonali e piste ciclabili. Una scelta quotidiana supportata da un “occhio” allenato da anni di competizioni ad alto livello, che gli permette di cogliere situazioni di pericolo spesso sottovalutate.
«Vedo cose che gridano vendetta», racconta, riferendosi a comportamenti diffusi e pericolosi alla guida. Una realtà che lo porta a interrogarsi su come sia possibile che così tante persone abbiano perso il senso della responsabilità nello spazio pubblico.
La riflessione si allarga inevitabilmente: cosa bisogna fare ancora per obbligare chi guida un veicolo a rispettare il Codice della Strada? Come si può contrastare una maleducazione ormai imperante e l’inconsapevolezza di avere tra le mani un mezzo che, se usato impropriamente, può uccidere?
Per Martinello questa esperienza segna un punto di svolta. Fino a oggi aveva parlato di sicurezza stradale senza averla vissuta sulla propria pelle, impegnandosi comunque per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ora, dopo essere stato investito sulle strisce pedonali, l’impegno sarà ancora più forte.
Un episodio che riporta al centro un tema cruciale: la sicurezza di pedoni e ciclisti non può essere affidata solo alla fortuna o ai riflessi individuali. Serve rispetto delle regole, consapevolezza e una nuova cultura della mobilità, capace di tutelare davvero chi si muove negli spazi comuni.






