Che fine hanno fatto i soldi per la sicurezza stradale?

ODESSA, UKRAINE - June 13, 2019: Fatal accident car with a bicycle on a high-speed highway. Ricked bike after colliding with a car. Road accident on a city road

La tragica morte di Davide Rebellin, ucciso da un camionista mentre stava pedalando in sella alla propria bicicletta per puro svago dopo una lunga carriera, ci pone di fronte a diverse riflessioni inerenti la sicurezza stradale. I dati piรน recenti parlano di un ciclista morto ogni due giorni, senza considerare i tanti che riescono a sopravvivere ma che hanno delle conseguenze a lungo termine sul proprio fisico, a volte anche con invaliditร  permanenti. Una vera e propria strage che non conosce fine: “In una nazione civile una cosa del genere non sarebbe dovuta accadere”, ha affermato Matteo Trentin in seguito alla morte del suo ex collega. E non possiamo fare altro che condividere il suo pensiero. Ma ci poniamo anche una domanda: perchรจ non si riesce ad arginare questa che รจ una vera e propria mancanza? Si sta davvero cercando di fare qualcosa per far sรฌ che le strade possano essere sempre piรน sicure per i ciclisti, e magari anche per i pedoni, visto che anche loro sono i deboli della strada?

Progetto ce ne sono, e anche molti, ma purtroppo non riescono ad arrivare in porto, almeno per il momento. Le istituzioni hanno messo sul piatto anche molti soldi, ma purtroppo le morti sulla strada continuano ad aumentare. Cosa sta succedendo allora?

Partiamo da notizie tutto sommato recenti. Lo scorso luglio, secondo quanto riportato da Sicurauto, il Governo Italiano ha stabilito che i proventi delle multe per eccesso di velocitร  e per sosta vietata potevano essere utilizzati per pagare le bollette della luce e del gas e non piรน per svolgere migliorie stradali per aumentare la sicurezza. Nel Decreto AIuti era infatti riportato: โ€œI Comuni, le Cittร  metropolitane, le Unioni di Comuni e le Province, in via eccezionale e derogatoria per il solo anno 2022, possono destinare iย proventi effettivamente incassati […]ย nei soli limiti della percentuale di propria spettanza e competenza,ย a copertura della spesa per le utenze di energia elettrica e gas. Tali incassi si riferiscono agli accertamenti di competenza dellโ€™esercizio 2022, con esclusione delle eventuali quote arretrate riferite a esercizi precedentiโ€. E’ una misura quindi che terminerร  il primo gennaio 2023, ma nel frattempo in questi mesi non si รจ potuto lavorare sul tema della sicurezza stradale. Resta da capire se effettivamente in futuro i Comuni utilizzeranno questi soldi per garantire maggiore sicurezza sulle strade.

Eppure, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sta portando avanti il Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030. E le intenzioni sono anche ottime, come รจ possibile leggere nell’introduzione alle linee guida: Stiamo vivendo un periodo di grandi cambiamenti. La pandemia COVID-19 ha mostrato come il sistema sia vulnerabile a cambi improvvisi della mobilitร . Se da un lato il periodo di lockdown ha contribuito a ridurre il numero degli incidenti sulle strade, dallโ€™altro ha avuto come effetto collaterale quello di aumentare la velocitร  media su strada, di fatto aumentando il rischio di mortalitร .

Tra le misure si prevede anche l’ampliamento delle piste ciclabili, le quali sono perรฒ sempre meno sicure. Proprio nel 2020 abbiamo assistito a un boom di nascite di percorsi ciclabili, ma spesso non sono messi in sicurezza, in quanto si pedala troppo a ridosso del traffico o eccessivamente in prossimitร  dei pedoni.

La sensazione รจ sempre quella che, laddove ci sia necessitร  di tagliare fondi, lo si vada a fare sulla sicurezza stradale. Insomma, sembra quasi che nelle istituzioni ci sia necessitร  di risparmiare sulla possibilitร  di salvare vite umane. Meglio una bolletta del gas piรน leggera oggi che una vita in piรน domani: questo sembra il motivo portante di tutta la vicenda, soprattutto quando si legge che la Fiab ha chiesto al Comune di Cremona di sbloccare i fondi per la costruzione di nuove piste ciclabili. Ad oggi, inoltre, nella legge di bilancio, non ci sono ancora soldi in vista per ciรฒ che concerne la sicurezza stradale, come riporta anche BikeItalia, da sempre vicino a queste tematiche cosรฌ delicate. Piรน precisamente, sono stati tolti 94 milioni di euro per gli anni 2023 e 2024, soldi che erano rimasti nel Fondo per lo sviluppo delle reti ciclabili urbane e non ancora assegnati.

“Ogni volta che vedete un ciclista per strada dovreste ringraziarlo, perchรฉ ciascuno di loro decongestiona il traffico, vi permette di parcheggiare e vi fa respirare meglio. Lasciate loro 1,5 metri di sicurezza sempre e non considerateli utenti della strada di serie B. Ci vogliono piรน piste ciclabili e il limite di 30 km/h in cittร : piรน sicurezza e piรน sostenibilitร . Non ci sarร  l’auto privata nelle cittร  di domani, la bici sรฌ”. Cosรฌ Mario Tozzi si รจ espresso recentemente sui social network parlando in seguito all’incidente mortale che ha coinvolto Davide Rebellin. Un incidente che รจ occorso a distanza di 5 anni da quello altrettanto tragico che ha coinvolto Michele Scarponi, che ha perso la vita a poche settimane dalla partecipazione al Giro d’Italia mentre era in strada ad allenarsi con l’obiettivo di presentarsi al top della forma per quell’appuntamento. Due incidenti che hanno scosso l’opinione pubblica, ma i soldi per mettere in sicurezza i ciclisti non ci sono. Quei pochi sono stati spesi male, costruendo piste ciclabili che non dovrebbero nemmeno essere chiamate cosรฌ: ora perรฒ il problema non si pone piรน perchรจ il denaro รจ stato completamente ritirato e dirottato su altre voci. In fondo c’รจ una guerra in corso: che senso ha pensare ai morti in bicicletta? Questo probabilmente si staranno chiedendo da Palazzo Chigi.

Alla fine di questo excursus, seppur breve, dobbiamo essere realisti: l’incidente occorso a Davide Rebellin non sarebbe dovuto succedere, ma potrebbero accaderne davvero tanti altri se questo รจ il modo di affrontare la questione. Un morto ogni due giorni รจ un vero e proprio bollettino di guerra: non parlarne e non affrontare la situazione equivale a girarsi dall’altra parte, a far finta che tutti questi morti non siano sulla coscienza di un’istituzione che si chiama Stato Italiano, che parla di ciclabili solo quando c’รจ necessitร  di riscuotere consensi in vista delle elezioni. Sarร  un caso che i soldi per le ciclabili siano stati tolti tre mesi dopo le votazioni?

Nel frattempo dobbiamo prepararci: le strade saranno sempre piรน complicate da affrontare per i ciclisti, non ci sarร  il minimo rispetto da parte degli automobilisti e ci saranno ancora tante stragi. E qualcuno continuerร  ancora a voltarsi dall’altra parte.

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