Liegi 2025, Giulio Ciccone è secondo: “Non è una vittoria, ma una bella sensazione”

Secondo podio in carriera in una classica monumento per Giulio Ciccone, che si conferma tra i grandi protagonisti del panorama internazionale. L’abruzzese della Lidl-Trek ha chiuso al secondo posto la Liegi-Bastogne-Liegi 2025 alle spalle di un irresistibile Tadej Pogačar, autore di un’altra impresa solitaria nella Classica delle Ardenne. Dopo il terzo posto al Lombardia 2024, Ciccone torna così sul podio di una monumento.

Nonostante le difficoltà della vigilia, Ciccone ha saputo gestirsi con grande intelligenza e lucidità. “A dire il vero sono arrivato senza troppe pressioni perché arrivavo da una settimana impegnativa al Tour of the Alps“, ha raccontato il corridore subito dopo il traguardo. “Sono arrivato alla Liegi abbastanza stanco, ho avuto solo il sabato come giorno di riposo e sono arrivato in albergo alle due di notte. Quindi, non avevo grandi aspettative, però sapevo di avere un’ottima condizione”.

Liegi 2025, Giulio Ciccone: “Ero molto stanco”

La stanchezza accumulata sembrava poter essere un fattore determinante, ma col passare dei chilometri Ciccone ha ritrovato buone sensazioni. “La gara è stata molto dura, soprattutto nella prima parte, anche per via della stanchezza”, ha spiegato l’abruzzese. “Ma nelle ultime due ore ho iniziato a sentirmi molto meglio e mi sono goduto la corsa. La Liegi è una delle mie gare preferite e sono davvero felice di essere salito sul podio”.

Fondamentale anche il supporto della sua squadra, che ha gestito con esperienza e coraggio ogni fase della corsa: “Penso che abbiamo fatto tutto perfettamente”, ha sottolineato Ciccone. “Avevamo un piano e lo abbiamo gestito in modo perfetto. Siamo sempre stati nella posizione giusta e abbiamo giocato le nostre carte nella maniera migliore possibile”.

Infine, un pensiero inevitabile sul confronto con il fuoriclasse sloveno: “Secondo dietro Pogačar? Non voglio dire che sia come vincere, ma è sicuramente una bella sensazione, a conti fatti. Sapevo che non avrei avuto le gambe per seguirlo e quindi, quando lui è partito, ho solo cercato di gestire il mio sforzo”.

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