L’argomento Wout Van Aert è molto caldo in Belgio. Il corridore fiammingo si sta allenando con l’obiettivo di esordire al meglio alla Strade Bianche, corsa da lui vinta nel 2020, e oggi su Strava ha pubblicato i dati del suo allenamento “monstre”. 165 km e 4000 metri di dislivello per Van Aert a Tenerife, in un allenamento che ha un titolo emblematico: “L’allenamento del crossista”.
Questo titolo impostato su Strava sembra una risposta di Van Aert alle recenti affermazioni di Tom Boonen e Patrick Lefevre. L’ex campione belga, vincitore di tre Fiandre e quattro Roubaix, non ha dubbi: “Che Van Aert vinca 20 gare di ciclocross in una stagione non importa a nessuno, quest’anno compirà 29 anni e deve vincere delle classiche su strada se vuole veramente lasciare il segno. Non voglio mancargli di rispetto anche perché è un corridore incredibile che ha vinto corse in maniera fenomenale, ma ha raggiunto un livello mai visto, tanto che mi chiedo che senso abbia spendere tante energie nei cross di inizio anno”, ha affermato a Het Nieuwsblad.
Anche Patrick Lefevre ha spiegato che in passato non ha mai ingaggiato Van Aert proprio perché non voleva lasciare il ciclocross: “Più di una volta ho tentato di ingaggiarlo quando era più giovane, ma poi ci ho rinunciato in quanto ogni volta lui diceva nelle interviste che avrebbe voluto restare un crossista, che cercava un team che gli lasciasse questa libertà. Forse è stato crossista troppo a lungo”.
Queste osservazioni su Van Aert sono sicuramente “figlie” del fatto che il belga non sia riuscito, negli ultimi anni, a portare a casa il successo in una classica monumento. Bisogna però ricordare che il portacolori della Jumbo-Visma ha all’attivo una Milano-Sanremo, una Strade Bianche, e soprattutto è stato il corridore di riferimento del Tour de France, culminato con la vittoria della maglia verde. Commenti quindi un po’ troppo poco generoso verso un corridore in grado di vincere su ogni terreno.