Che spettacolo in vista di Parigi 2024. Che bello vedere tre corridori italiani rendersi protagonisti di un finale di tappa al Giro d’Italia, considerando soprattutto che sono tre medagliati olimpici a Tokyo 2020 e che merenderanno parte ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 con l’ambizione di replicare il trionfo nell’inseguimento a squadre.
Mancava solo Francesco Lamon, poi li avremmo avuti tutti: Filippo Ganna che attacca nel finale su Capo Mele, e che sembra fare le prove generali in vista della Milano-Sanremo del prossimo anno. Poi Simone Consonni che lo va a riprendere e Jonathan Milan che porta a casa il capolavoro. I nostri ragazzi sono già in forma smagliante.
E’ fuori da ogni dubbio che questi ragazzi facciano parte di una generazione d’oro della pista italiana, ma è anche vero che non perdono un colpo nemmeno su strada. Resta però una piccola macchia nera in questa giornata, che riguarda la (discutibile) gestione di Filippo Ganna da parte della Ineos-Grenadiers. Secondo quanto è stato possibile capire nel dopo gara, sarebbe stata l’ammiraglia della squadra a fermare Filippo mentre era in fuga a inizio giornata.
La tappa avrebbe potuto avere un canovaccio diverso se Filippo fosse stato libero di agire. Tuttavia, l’episodio sarà presto dimenticato (probabilmente), ma lascia intendere che forse c’è qualcosa che non va tra la squadra e Filippo Ganna, considerato sempre più un uomo squadra che un capitano. Nel finale si è meritato lo spazio che si meritava, ma forse il suo talento potrebbe essere gestito diversamente.