Due grandi professionisti del ciclismo emergono da Buja, un piccolo paese del Friuli di solo 6000 abitanti. Dopo Alessandro De Marchi, il mondo del ciclismo su strada conosce anche Jonathan Milan, fenomeno della pista e ora alla ribalta anche su strada dopo la vittoria di oggi al Giro d’Italia.
“A Buja ci sono sicuramente dei tecnici molto competenti oltre che appassionati – ha spiegato Milan – ero partito per il Giro d’Italia sapendo di essere in forma, ma non pensavo di riuscire addirittura a vincere”.
La vittoria per Milan è stata “una liberazione, sul traguardo ho lanciato un urlo liberatorio. Ho pensato ai tanti momenti brutti, all’inizio di stagione non fortunato, alla stanchezza. E alla mia famiglia che mi guardava in tv”.
Da Buja al mondo: dopo essere diventato campione olimpico nel quartetto dell’inseguimento a squadre ai Giochi Olimpici di Tokyo, ora Milan è il velocista di riferimento in questo Giro d’Italia: “Devo ringraziare i miei compagni, in particolare Andrea Pasqualon che mi ha guidato nel finale. Ho potuto rimanere concentrato tutto il giorno e pensare solo allo sprint”.