E’ la domanda che tutti si sono fatti nel momento in cui ieri è stata fermata la corsa degli uomini elite del mondiale di ciclismo su strada a Glasgow: per quale motivo gli attivisti del clima hanno deciso di colpire proprio il ciclismo? Per quale motivo gli attivisti hanno deciso di “incollarsi” all’asfalto con del cemento proprio nel corso di una manifestazione di biciclette, mezzo non inquinante per eccellenza?
Mentre era il corso il mondiale di ciclismo, sempre in Gran Bretagna era in corso di svolgimento il GP di Silverstone: perchè bloccare una corsa ciclistica e non provare a bloccare quella di motociclette, mezzi che sono sicuramente molto più inquinanti?
La risposta è da ricercare nel fatto che uno dei più importanti sponsor del ciclismo è Ineos, uno dei più grandi produttori di idrocarburi al mondo. E parliamo proprio di una squadra britannica. L’azione di ieri è stata infatti rivendicata dagli attivisti scozzesi del clima ‘This Is Rigged’, proprio con l’obiettivo di far sentire la propria voce contro il colosso britannico.
BREAKING: THIS IS RIGGED DISRUPT THE UCI CYCLING WORLD CHAMPIONSHIPS ????
— This Is Rigged (@Thisis_Rigged) August 6, 2023
4 people with This Is Rigged have blocked the road, halting the Men's Elite Race at the Cycling World Championships this morning. They remain on the road with the race unable to continue for the last 40 min. pic.twitter.com/8sbuoaiocm
Gli attivisti, su Twitter, hanno preso di mira anche alcune scelte portate avanti dall’Unione Ciclistica Internazionale inerenti le atlete transgender (trovate tutte le spiegazioni in questo articolo). Si legge infatti la testimonianza di Rebecca, 28 anni: “come donna trans mi è stato detto che non sono la benvenuta sulle piste dell’UCI, allo stesso tempo permettono a un’azienda petrolchimica di schierare una squadra dimostrando di non avere una vera cura per le persone. Scendo in pista per sottolineare questa ipocrisia e lottare per un futuro migliore”.