Il Tramadol è diventato ufficialmente una sostanza vietata secondo i regolamenti della Wada, l’agenzia mondiale antidoping. Fino a pochi giorni fa, questa sostanza non era considerata dopantesi, ma era solo sconsigliata dalla Wada, la quale sarebbe intervenuta in maniera molto circoscritta qualora un atleta fosse risultato positivo a questa sostanza. un esempio può essere quello riferito, nel mondo del ciclismo, a Nairo Quintana: il corridore colombiano è risultato positivo al Tramadol nel corso del Tour de France 2022 ma non ha subìto una squalifica. Gli sono stati tuttavia tolti tutti i risultati conquistati nel corso di quel Tour de France.
La Wada aveva però dichiarato tolleranza zero nei confronti del Tramadol in passato, al punto tale che oggi questo oppiaceo è ufficialmente una sostanza riconosciuta come dopantesi, ovvero che può alterare le prestazioni di un atleta. La decisione riguarda ovviamente non solo il ciclismo, ma tutto lo sport mondiale, ed è molto importante che questa scelta sia arrivata proprio alla vigilia dell’anno olimpico di Parigi 2024.
L’aumento esponenziale del traffico illegale di Tramadol, però, ci fa capire che probabilmente si può parlare di un vero e proprio allarme sociale che coinvolge non solo gli atleti e gli sportivi in generale. In modo particolare, è la Nigeria la più grande esportatrice di Tramadol illegale nel mondo: secondo quanto riporta il Rolling Stone, nel 2017 sono state sequestrate 125 tonnellate di pasticche dalle autorità locali. Ancora oggi, il governo locale parla ancora di “tolleranza zero” alle dogane per chi vuole esportare illegalmente questa sostanza, la quale, a detta di molti esperti, sarebbe esportata nel mondo grazie alle manovre dell’Isis.
Uno degli ultimi casi eclatanti di Tramadol riguarda il mondo del calcio: un anno fa, alla vigilia dei mondiali in Qatar, furono sequestrati dei grandi quantitativi di pasticche poco prima del match inaugurale. Resta da capire quali saranno le prospettive future di chi fa uso di questa sostanza. bisognerebbe capire se magari non è già stata “sostituita” da qualche altro farmaco, oppure se davvero si tratta dell’ultima frontiera del doping. In fondo, il doping ha dimostrato di trovarsi sempre parecchi passi avanti rispetto all’antidoping: è una corsa continua, alla quale non si riesce a mettere un punto.