Verrebbe quasi spontaneo chiedere a Tadej Pogacar se vuole chiudere domani la lotta alla maglia rosa finale di Roma. E’ vero, domani a Livigno inizia un altro Giro d’Italia, si arriva sulle Alpi, ma lo sloveno non ha mai mostrato segni di cedimento. Ad oggi, non ha un punto debole, a parte, forse, quello dell’altura.
Ci riferiamo a quanto è accaduto al Tour de France 2022, quando Jonas Vingegaard prese la maglia gialla strappandola a Tadej Pogacar. Era la frazione che portava il gruppo sul Col du Granon, prima dell’arrivo a 2400 metri si sono toccati i 2600 metri sul Col du Galibier. Fu la prima volta che vedemmo Tadej Pogacar in difficoltà: in quella circostanza, ha infatti dovuto cedere la maglia gialla al danese, che l’ha portata fino a Parigi. E’ anche vero, però, che Vingegaard ha messo a segno quel capolavoro partendo dal Galibier, dove sia lui che Primoz Roglic hanno attaccato continuamente Pogacar. Nel finale, lo sloveno è andato in debito d’ossigeno sulle rampe finali del Col du Granon, cedendo così il simbolo del primato.
In questo Giro d’Italia, ad oggi, non esiste una squadra che possa attaccare ripetutamente Pogacar in maniera frontale. Antonio Tiberi ci ha provato in alcune circostanze, ma eravamo sugli Appennini, a quote più basse: attaccare quando si è in altitudine è sicuramente qualcosa che il fisico ammortizza in maniera differente. Al tempo stesso, Geraint Thomas e Daniel Martinez non hanno mai provato ad attaccare Pogacar: ci sono le forze necessarie per poterlo fare? Questa è la grande domanda alla vigilia della tappa di Livigno.
Qualora Tadej Pogacar dovesse riuscire a dimostrare che i problemi con le alte quote non ci sono più, la tappa di Livigno potrebbe chiudere definitivamente il discorso maglia rosa. Sono consapevole che è brutto scriverlo alla vigilia della terza settimana, ma il vantaggio dello sloveno è davvero molto importante. Ed è anche vero che, a differenza di quanto è avvenuto in Francia, domani si supera quota 2000 solo nei chilometri finali, sul Passo del Foscagno e poi nell’arrivo a Livigno. Insomma, terreno per attaccare sicuramente c’è, ma l’ago della bilancia, almeno per ora, pende tutto in favore di Pogacar.