A una settimana dalla tragica morte della diciottenne Muriel Furrer, l’onda di shock si è attenuata, ma permangono dubbi sulle circostanze che hanno portato alla tragedia. Sebbene i media abbiano ormai ridotto l’attenzione sulla vicenda, Andrea Raccagni Noviero, giovane ciclista italiano, ha sentito il bisogno di rompere il silenzio. Attraverso un toccante messaggio su Instagram, ha espresso il proprio rammarico per non aver mai affrontato apertamente i rischi legati al ciclismo prima d’ora.
“Avrei voluto fare un post con foto dei mondiali, ma non mi sembrava giusto,” scrive emozionato il ciclista del Soudal-Quick Step Devo Team. “È passata una settimana e, a parte qualche articolo, nessuno ne parla più.” Con profondo dispiacere, Raccagni Noviero sottolinea: “Una cosa è certa: un’atleta come me è stata lasciata morire da sola per più di un’ora, al freddo e sotto la pioggia, durante la gara più importante dell’anno.”
Il ventenne ciclista, che fa parte del team di sviluppo di Patrick Lefevere, non può più restare in silenzio: “Tutti sanno cosa è successo a Zurigo, anche se non posso parlare dell’incidente in sé. Posso però raccontare la mia esperienza.” Secondo il ciclista, la discesa in cui è avvenuto l’incidente era estremamente pericolosa: “Tutti hanno rischiato la vita lì. Non aveva senso correre in quelle condizioni. Lo sapevamo tutti.”
Andrea Raccagni Noviero si scusa pubblicamente con Muriel: “Anch’io avrei potuto parlare, ma non l’ho fatto. Le persone al comando non danno abbastanza peso alla nostra sicurezza. Mi dispiace Muriel, e mi scuso. A 18 anni dovresti stare vivendo la tua vita, non perderla.”
Il giovane ciclista conclude con un appello agli altri atleti: “Il mio desiderio è che quanti più ciclisti possibili condividano questo messaggio, così da rendere il nostro sport un po’ più sicuro. Non sappiamo ancora come, ma è un primo passo.”