Dal 2026, l’UCI (Unione Ciclistica Internazionale) vuole a dare maggiore rilevanza ai ciclisti che praticano le altre discipline del ciclismo, non solo la strada. Attualmente, per determinare le 18 squadre che hanno diritto a far parte della massima divisione, si considerano esclusivamente i punti ottenuti nelle corse su strada, ma la federazione mondiale sta valutando la possibilità di includere in futuro anche i risultati ottenuti nel ciclocross, pista, mountain bike, gravel o BMX, promuovendo così le altre discipline del ciclismo.
“Ci impegneremo affinché i punti delle altre discipline siano inclusi nella classifica a squadre che determina le licenze WorldTour,” ha dichiarato Peter Van Den Abeele, direttore sportivo dell’UCI, in un’intervista a Sporza. “Un esempio è Filippo Ganna, corridore di punta della Ineos Grenadiers, che gareggia anche nei principali eventi su pista. È fantastico, ma attualmente la Ineos non ottiene punti WorldTour per queste prestazioni. Vogliamo cambiare questa situazione, offrendo un valore aggiunto alle squadre che supportano i propri atleti nelle competizioni multidisciplinari.”
Un modello virtuoso è quello dei fratelli Roodhooft, proprietari della Alpecin-Deceuninck, che sostengono i propri corridori non solo su strada ma anche nel ciclocross, nella mountain bike e persino nell’e-cycling. “I punti che atleti come Van Der Poel e Van Aert guadagnano in Coppa del Mondo potrebbero essere trasferiti su strada,” ha proseguito Van Den Abeele. Questa riforma, volta a premiare le squadre che incentivano la polivalenza, è in fase di studio e potrebbe entrare in vigore non prima del 2026, con l’inizio del nuovo ciclo del WorldTour.