Stefan Küng: “Perchè non utilizzare l’airbag anche nelle gare di ciclismo”?

Stefan Küng, ciclista svizzero di punta e specialista delle prove a cronometro, ha recentemente affrontato il tema della sicurezza nel ciclismo, focalizzandosi sull’uso dell’airbag come soluzione innovativa. La questione assume un peso particolare per Küng, che conosce bene i rischi di questo sport: nel 2023, la sua caduta durante i Campionati Europei su strada è diventata una delle immagini più iconiche e drammatiche dell’anno. L’atleta, originario della Svizzera, porta con sé un’esperienza unica che lo collega al mondo dello sci alpino, uno sport dove la sicurezza ha fatto grandi passi avanti grazie all’introduzione di tecnologie come l’airbag.

Una prospettiva svizzera

Essendo nato e cresciuto in Svizzera, una nazione con una lunga tradizione nello sci alpino, Küng ha familiarità con le dinamiche di questo sport e con le misure di sicurezza adottate per proteggere gli atleti. Nel 2015, la Federazione Internazionale dello Sci (FIS) ha iniziato a promuovere l’uso dell’airbag nelle competizioni di sci, cercando di ridurre i rischi di lesioni gravi in caso di caduta. Tuttavia, questo sistema non è stato esente da critiche: molti sciatori hanno espresso dubbi sul funzionamento dell’airbag, temendo che potesse causare lesioni collaterali, come problemi al collo dovuti al rapido gonfiarsi del dispositivo. Da questa stagione, nelle discipline veloci, l’airbag per gli sciatori è diventato obbligatorio in seguito alla tragica morte di Matilde Lorenzi.

Küng si rifà a questi esempi per analizzare la possibilità di applicare una tecnologia simile nel ciclismo: “Se l’airbag funziona davvero e diventa obbligatorio in gara, potrebbe essere una soluzione interessante,” ha dichiarato in un’intervista. Allo stesso tempo, non manca di evidenziare le sfide tecniche e pratiche legate all’introduzione di un sistema del genere nel ciclismo, dove leggerezza e comfort sono fondamentali. “Cosa sono 500 euro se con questo sistema si possono prevenire lesioni gravi o addirittura la morte?” si chiede, ponendo l’accento sul valore della sicurezza rispetto ai costi.

Il ciclismo e l’airbag: progetti e sfide

L’airbag, già ampiamente utilizzato nel motociclismo, sta iniziando a essere esplorato anche nel ciclismo, con alcune aziende che stanno sviluppando prototipi integrabili nell’abbigliamento dei ciclisti. In particolare, si stanno testando sistemi che potrebbero essere incorporati nei pantaloncini, offrendo una protezione aggiuntiva in caso di cadute ad alta velocità. Küng guarda con interesse a queste innovazioni, ma mantiene un approccio critico: “Ci sono aspetti controproducenti da considerare, non solo per chi cade, ma anche per gli altri corridori coinvolti.”

La velocità e la sicurezza in gara: un equilibrio difficile

Oltre all’innovazione tecnologica, Küng sottolinea l’importanza di rivedere alcuni aspetti strutturali delle competizioni. Il ciclista della Groupama-FDJ mette in evidenza come le strade su cui si gareggia siano spesso inadeguate rispetto alla crescente velocità delle corse. “L’approccio al Vecchio Kwaremont è sempre uguale,” spiega, riferendosi a un tratto particolarmente pericoloso delle classiche del nord. “Arriviamo a 80-90 km/h su una strada larga e veloce, in discesa. Se due corridori si toccassero, trenta persone cadrebbero a terra.”

Simili situazioni critiche si verificano anche su percorsi iconici come la discesa verso Ronse, dove il rischio di incidenti di massa è altissimo. Secondo Küng, è necessario valutare percorsi alternativi, pur riconoscendo che in alcune regioni, come le Ardenne fiamminghe, le possibilità siano limitate a causa della conformazione geografica.

La caduta di Stefan Küng: un’esperienza che guida il cambiamento

L’esperienza personale di Küng nelle gare a cronometro rafforza la sua sensibilità verso il tema della sicurezza. La caduta subita agli Europei, che gli ha procurato ferite significative, lo ha portato a riflettere su come migliorare le condizioni per i ciclisti. Questo evento, insieme alla sua conoscenza delle soluzioni adottate nello sci alpino, lo rende una voce autorevole nel dibattito sull’uso dell’airbag nel ciclismo.

Tra tecnologia e consapevolezza

Stefan Küng rappresenta una figura chiave nel promuovere un dibattito costruttivo sulla sicurezza nel ciclismo. La sua prospettiva, radicata nell’esperienza personale e nell’influenza del mondo dello sci alpino, sottolinea l’importanza di innovazioni come l’airbag, pur affrontando con realismo le difficoltà pratiche e le implicazioni tecniche. Con un equilibrio tra tradizione e progresso, Küng invita il mondo del ciclismo a investire in soluzioni che possano prevenire incidenti e salvare vite, senza perdere di vista le esigenze specifiche di questo sport unico.

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