Jakob Fuglsang ha detto addio al ciclismo. Il 40enne corridore danese ha chiuso ufficialmente la propria carriera al PostNord Tour of Denmark, la corsa di casa che ha rappresentato l’ultimo capitolo di una lunga avventura iniziata nel 2006. Diciassette stagioni tra i professionisti, 27 successi complessivi e un palmarès di grande prestigio: tra i suoi trofei brillano Liegi-Bastogne-Liegi 2019, Il Lombardia 2020, due edizioni del Critérium du Dauphiné e soprattutto l’argento olimpico di Rio 2016.
Gli anni d’oro con l’Astana
Ex campione del mondo U23 di mountain bike, Fuglsang aveva fatto il salto su strada con il Team Designa Køkken, per poi vestire le maglie di Saxo Bank, Leopard Trek e Radioshack-Nissan. La svolta della carriera arrivò però con l’approdo all’Astana nel 2013: otto stagioni che lo hanno visto trasformarsi da gregario di lusso a leader vincente. In quel periodo arrivarono i trionfi più pesanti, con le due classiche monumento e i piazzamenti nei Grandi Giri (7° al Tour de France 2013, 8° alla Vuelta 2011).
L’ultima avventura con Israel – Premier Tech
Nel 2022 aveva deciso di sposare il progetto Israel – Premier Tech, con cui ha corso fino al 2025 senza però riuscire a replicare i fasti dell’epoca Astana. Proprio al Giro d’Italia 2025, corsa al fianco di Derek Gee, aveva annunciato che quella sarebbe stata la sua ultima stagione: “Ho avuto una carriera fantastica, molto più di quanto potessi immaginare. Ora è il momento di dedicarmi alla famiglia e lasciare spazio ai giovani”, aveva dichiarato in un video.
Il tema del logo e le contestazioni
Intervistato da Feltet al termine del suo ultimo impegno, Fuglsang non ha nascosto un certo sollievo nel correre senza il logo israeliano sulla maglia: “È ovviamente bello essere senza. Non voglio immischiarmi in politica, ma è chiaro che è più facile correre senza quel logo”.
Le polemiche legate alla presenza del team israeliano nel gruppo hanno caratterizzato le ultime stagioni, con proteste e contestazioni in diverse corse. Fuglsang, tuttavia, ha sottolineato di non essere stato coinvolto in episodi diretti.