Ex Vini Zabù, dieci persone andranno a processo: accuse di doping ed estorsione

La Procura di Pistoia ha chiuso le indagini sull’ex squadra ciclistica professionistica Vini Zabù, portando a processo dieci persone. L’udienza preliminare è fissata per il 29 settembre.

Sette imputati sono ciclisti, accusati insieme a un direttore sportivo di uso e favoreggiamento di sostanze dopanti. Altri tre dirigenti dovranno invece rispondere di estorsione, nell’ambito di quello che gli inquirenti definiscono il sistema “paga per correre”: secondo le accuse, gli atleti erano costretti a versare parte degli stipendi o a pagarsi, almeno in parte, il contratto professionistico.

Il fascicolo era stato aperto nel 2021, dopo la positività di Matteo De Bonis, seguita a quella di Matteo Spreafico. Da lì erano partite 24 perquisizioni tra abitazioni e sedi societarie. Fondamentali, secondo la Procura, le segnalazioni arrivate dall’agenzia antidoping svizzera, che hanno fatto emergere un quadro di pressioni economiche e pratiche illecite protrattesi per anni.

Secondo quanto riportato dal Corriere Fiorentino, gli investigatori del NAS hanno raccolto testimonianze di atleti che confermerebbero le accuse: i corridori avrebbero dovuto pagare per ottenere un contratto, spesso attraverso una società di comodo con sede in Irlanda. In caso di mancata corresponsione, gli atleti rischiavano l’esclusione dalle corse.

Il comunicato del NAS descrive “un sistema criminoso organizzato dal team, volto a reclutare atleti di minor valore o rimasti senza ingaggio, sottoponendoli a pressioni economiche e minacce”. In questo contesto, l’uso di sostanze dopanti sarebbe stato una conseguenza indiretta: atleti privi delle qualità per competere ai massimi livelli sarebbero stati indotti a ricorrere al doping nel tentativo di reggere il confronto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Verificato da MonsterInsights