Mentre la Federazione Ciclistica Italiana ha reso noto, attraverso un comunicato stampa di poche righe, di aver rinnovato la convenzione con gli enti di promozione sportiva per il 2026, l’ACSI, unico ente con il quale l’accordo risulta sospeso, ha diramato a sua volta una lettera aperta firmata dall’avvocato Emiliano Borgna, responsabile del settore ciclismo per questo ente.
Come avevamo anticipato ieri sul nostro sito a questo link, ieri si รจ svolto un incontro tra la Federazione Ciclistica Italiana e gli altri enti di promozione sportiva, ma con ACSI l’accordo risulta essere ancora sospeso. La FCI, dal canto suo, non ha reso note le ragioni di un mancato accordo, ma รจ stato reso semplicemente noto quanto segue: Martedรฌ 4 novembre, a seguito di un incontro tra il presidente di Commissione Amatoriale, Gianni Cantini, il vicepresidente federale referente per il settore, Saverio Metti, e i rappresentati degli Enti di Promozione Sportiva, รจ stato trovato lโaccordo per il rinnovo delle stesse Convenzioni per lโanno 2026 con Uisp, AICS, Csain, CSI, Opes, ASI, Us Acli e Csen. ACSI non risulta quindi tra gli enti che aderirebbero alla convenzione per il 2026.
L’ACSI: “Sono logiche che nulla hanno a che fare con lo sport”
Nella lettera dell’avvocato Emiliano Borgna, vengono evidenziate le cause che hanno spinto l’ACSI a non firmare la convenzione. “La Fci ha ribadito la propria volontร di gestire tutte le Gran Fondo, rivendicando un presunto diritto di esclusiva organizzativa che non trova alcun fondamento normativo italiano e neppure nei regolamenti internazionali”, si legge nella lettera pubblicata sui canali social dell’ACSI.
Nel ricordare che ACSI รจ uno degli enti numericamente piรน importanti per quanto riguarda il ciclismo amatoriale, nella lettera si fa notare anche: “Tale comportamento conferma la volontร di chiudere un rapporto costruito negli anni con rispetto reciproco, impegno e risultati concreti.
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Riteniamo inaccettabile che una Federazione tenti di imporre il controllo su manifestazioni e societร che da anni operano con professionalitร , sicurezza e qualitร riconosciute da tutti โ istituzioni comprese”.
Nell’augurarsi che il ciclismo possa non essere un monopolio federale, ACSI chiude la lettera sottolineando la volontร di continuare a cooperare con le istituzioni: “Siamo andati all’incontro per rispetto, non per arrenderci. ๐’๐๐๐๐ ๐๐จ๐ง๐ญ๐ข๐ง๐ฎ๐๐ซ๐ฬ ๐ ๐๐ข๐๐๐ง๐๐๐ซ๐ ๐ฅ๐ ๐ฅ๐ข๐๐๐ซ๐ญ๐ฬ ๐๐๐ฅ๐ฅ๐จ ๐ฌ๐ฉ๐จ๐ซ๐ญ, ๐ข ๐๐ข๐ซ๐ข๐ญ๐ญ๐ข ๐๐๐ฅ๐ฅ๐ ๐ฌ๐จ๐๐ข๐๐ญ๐ฬ ๐ ๐ฅ๐ ๐๐ข๐ ๐ง๐ข๐ญ๐ฬ ๐๐๐ฅ ๐ฆ๐จ๐ฏ๐ข๐ฆ๐๐ง๐ญ๐จ ๐๐ข๐๐ฅ๐ข๐ฌ๐ญ๐ข๐๐จ ๐๐ฆ๐๐ญ๐จ๐ซ๐ข๐๐ฅ๐. L’Acsi resta aperta al dialogo con il Coni e con il Ministero dello Sport, convinta che il futuro dello sport italiano passi dalla collaborazione, non dalle prese di posizione”.
Le gare amatoriali sopra i 120 km
Ricordiamo che, secondo quanto comunicato dalla Federazione Ciclistica Italiana poco meno di un mese fa, il motivo principale che ha spinto la FCI a sospendere l’accordo con ACSI riguarda l’organizzazione di gare amatoriali sopra i 120 km, che dovevano essere di controllo esclusivo della Federazione. Secondo quanto รจ stato riportato in una lettera che ci รจ stata inviata da Andrea Capelli, ex presidente del Settore Amatoriale Nazionale, tuttavia, la presunta norma UCI che disciplina le granfondo superiori ai 120 km non assegnerebbe di diritto la competenza di queste ultime alla FCI.






