Il mondo del paraciclismo piange la scomparsa di Paige Greco, una delle atlete più amate e talentuose dell’Australia. La ciclista paralimpica è morta improvvisamente sabato nella sua casa di Adelaide a soli 28 anni, a seguito di un “episodio medico”, come comunicato da AusCycling.
Una carriera straordinaria, iniziata a Tokyo 2020
Paige Greco era balzata sotto i riflettori internazionali ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, dove aveva frantumato il record mondiale dell’Inseguimento individuale C1-3, conquistando la medaglia d’oro e il cuore degli appassionati. Nella stessa edizione si era distinta anche su strada, ottenendo due medaglie di bronzo nella Road Race e nella Time Trial.
Greco era nata con la paralisi cerebrale, un insieme di condizioni che influenzano movimento e postura. La disabilità non aveva però mai frenato la sua determinazione: negli anni aveva continuato a competere ai massimi livelli internazionali, conquistando numerosi titoli e medaglie ai Campionati del mondo UCI di paraciclismo. Solo due mesi fa, in Francia, aveva ottenuto un’altra medaglia di bronzo nella prova su strada.
Il cordoglio del movimento sportivo
La notizia della morte improvvisa della campionessa ha scosso profondamente l’intero movimento paralimpico. In una nota ufficiale, la CEO di AusCycling, Marne Fechner, ha espresso il dolore della federazione:
“Siamo devastati dalla tragica notizia della morte di Paige. Era un’atleta straordinaria, capace di risultati eccezionali ai massimi livelli del nostro sport. Ma, soprattutto, era una persona capace di toccare la vita di chiunque le stesse accanto con il suo spirito positivo e il suo coraggio.”
Un’eredità di coraggio e ispirazione
Paige Greco lascia un’eredità sportiva immensa e un esempio umano ancora più grande. Con la sua energia, la sua forza e la sua determinazione ha ispirato atleti, appassionati e giovani con disabilità che vedevano in lei una dimostrazione vivente di ciò che si può raggiungere con passione e impegno.
L’Australia e il mondo del paraciclismo dicono addio a una campionessa indimenticabile, che a soli 28 anni aveva già scritto pagine memorabili dello sport paralimpico.






