Doveva essere una manifestazione provocatoria e d’impatto, una lunga “sfilata in macchina” per contestare le politiche sulla mobilità del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Invece, l’iniziativa organizzata dalla delegazione romana di Fratelli d’Italia si è trasformata in un evidente flop, ben lontano dalle aspettative annunciate nei giorni precedenti.
L’idea del partito di Giorgia Meloni era quella di radunare decine – anzi, secondo gli organizzatori addirittura centinaia – di automobili in corteo, pronte a percorrere il tragitto tra piazza Nervi e viale XVII Olimpiade per protestare contro piste ciclabili, ZTL e nuove politiche di riduzione della velocità. Una protesta in pieno stile “pro-auto”, con tanto di slogan come «NO ZTL, NO CICLABILI INUTILI, NO CITTÀ 30 SENZA CRITERIO».
Ma alle 16:30, orario previsto per la partenza, il corteo non si è mosso. Le auto sono rimaste parcheggiate dove erano, i clacson muti, i partecipanti spaesati. Niente sfilata, niente colonna rombante attraverso la città.
Le versioni discordanti: troppe auto o autorizzazioni insufficienti?
Il presidente della delegazione romana di FdI, Marco Perissa, ha cercato di spiegare lo stop improvviso sostenendo che le auto presenti erano “troppe”: «Mettere in corteo 300 macchine significherebbe paralizzare la città, e non era questo l’obiettivo». Una giustificazione che ha sollevato più di un sorriso, dato che l’intera iniziativa puntava proprio a provocare un forte impatto mediatico sul tema della mobilità.
Sui social, Fratelli d’Italia ha però fornito un’altra versione, affermando che la questura aveva autorizzato soltanto un centinaio di auto e che quindi il corteo non poteva partire. Quale sia la verità, il risultato non cambia: la manifestazione è rimasta ferma al punto di raccolta, tra delusione e malumori.
Un presidio immobile e interventi dal pullman rosso
Con il corteo annullato, l’evento si è trasformato in un semplice presidio statico. Dal caratteristico pullman rosso a due piani sono intervenuti vari esponenti del partito, criticando le scelte dell’amministrazione Gualtieri sulla mobilità sostenibile: l’ampliamento delle piste ciclabili, la ZTL rafforzata, i futuri limiti di velocità a 30 km/h.
Provvedimenti che si inseriscono nelle politiche europee per ridurre traffico ed emissioni, ma che a Roma si scontrano con un trasporto pubblico percepito come inefficiente. Secondo l’ISTAT, infatti, la capitale è tra le città in cui i cittadini sono più insoddisfatti dei mezzi pubblici, mentre i lavori interminabili della metro C alimentano ulteriore sfiducia.
Una protesta sovraccarica di temi, ma povera di efficacia
Nell’annunciare la manifestazione, Fratelli d’Italia aveva messo insieme un ventaglio molto ampio di critiche: dalla presunta «mobilità al collasso» alla «libertà di scegliere» con quale mezzo muoversi, che a loro dire il centrosinistra starebbe cercando di limitare.
Tuttavia, l’assenza del corteo e la trasformazione della protesta in un presidio improvvisato hanno finito per oscurare totalmente il messaggio politico: ciò che doveva essere una dimostrazione di forza si è rivelata un raduno confuso e incerto. Un’iniziativa nata per “sfilare” contro le politiche della giunta, e finita invece parcheggiata – letteralmente – prima ancora di partire.






