Mentre tutta l’Italia pensa al nuovo ct della nazionale italiana di calcio, nel mondo del ciclismo si fa la conta verso il prossimo mondiale. Mancano ormai 100 giorni alla rassegna iridata in Rwanda, fortemente voluta dall’UCI per promuovere il ciclismo in Africa. Senza scendere nel dettaglio di tutti i problemi e le polemiche che sono nate attorno a questa scelta logisticamente difficile, da italiani dobbiamo cercare di ripartire dalla Svizzera, dove ci eravamo lasciati a settembre dello scorso anno.
Risultati alla mano, la trasferta elvetica della nazionale italiana di ciclismo è stata la peggiore nella storia dei mondiali. Nessun italiano tra i primi 20 al traguardo. Una squadra che ha provato ad anticipare gli attacchi dei big, in particolare di Tadej Pogacar e Mathieu van der Poel, senza però riuscire a concretizzare il lavoro con un buon risultato.
Il mondiale in Svizzera ha segnato l’ultima apparizione di Daniele Bennati sull’ammiraglia degli azzurri. Pochi mesi dopo, la Federazione Ciclistica Italiana ha scelto Marco Villa, l’uomo dei miracoli del ciclismo su pista, a cercare di risollevare le sorti di una nazionale italiana che ha bisogno, principalmente, di trovare una nuova identità.
La nazionale italiana riparte da Marco Villa
Marco Villa ha già fatto un autentico miracolo nel corso degli ultimi 10 anni: riportare il ciclismo italiano su pista a primeggiare a livello mondiale. Gli ori olimpici di Elia Viviani, del quartetto azzurro dell’inseguimento a squadre e le tante medaglie conquistate dagli azzurri e dalle azzurre, con nomi di spicco come Jonathan Milan e Filippo Ganna, sono simbolo di una nazionale che ha saputo rinascere con pochissimi mezzi e ancor meno risorse economiche. Eppure, in questo momento, l’Italia è tra le nazioni più importanti del ciclismo su pista.
Bisogna però dire che l’impegno di Marco Villa, nel ciclismo su strada, sarà ancora più difficile. In primo luogo, bisognerà fare infatti i conti con la pressione mediatica: su strada, la nazionale italiana è una potenza storica, quindi l’attenzione sarà sempre molto importante sui nostri ragazzi. In secondo luogo, bisogna ripartire dal fatto che i nostri, almeno fino ad oggi, non sono riusciti a conquistare vittorie nelle classiche monumento: l’ultima risale alla Parigi-Roubaix 2021, vinta da Sonny Colbrelli. Quest’anno Filippo Ganna è stato autore di ottime prestazioni al nord, ma il mondiale su strada 2025 sembra essere più un affare per scalatori che per passisti come lui.
Serve un miracolo, come su pista
Mancano i risultati, non mancano gli uomini. La nostra nazionale può contare anche su corridori come Alberto Bettiol, Andrea Bagioli, Antonio Tiberi, Edoardo Affini e Mattia Cattaneo. Battere fuoriclasse assoluti come Tadej Pogacar, Remco Evenepoel e Mathieu van der Poel non è facile per nessuno, ma un mondiale è una gara secca, dove può succedere qualsiasi cosa. Non è impossibile, ma è davvero molto difficile e ce ne rendiamo conto davvero.
Marco Villa è stato l’uomo dei miracoli della nazionale italiana di ciclismo su pista: lo sarà anche per la strada? A circa tre mesi dalla rassegna iridata, la sfida che si pone davanti al tecnico azzurro è davvero molto complicata. Bisognerà ripartire dal gruppo, dal capitale umano della nostra nazionale, per cercare di conquistare quella maglia che manca davvero da troppo tempo in casa Italia.