C’è molto malumore tra gli appassionati di mountain bike: domenica scorsa, in concomitanza della gara su strada vinta da Mathieu Van der Poel, si è svolto anche il mondiale della specialità del Marathon, il quale è però letteralmente scomparso dai palinsesti televisivi che stanno tuttavia cercando di coprire il più possibile le tante gare previste in questa formula del super mondiale.
L’aspirazione di molti appassionati di questa disciplina del fuoristrada era quella di trasmettere degli aggiornamenti in tempo reale sul campionato del mondo Marathon nel corso della gara dei professionisti su strada. Sarebbe stata una gran bella visibilità per una disciplina che è sempre più apprezzata tra i praticanti della mountain bike, ma che purtroppo non riesce a trovare molto riscontro al di fuori della stampa specializzata.
Proprio i siti web che seguono le ruote grasse lungo tutto l’anno si sono fatte portavoce di esprimere pubblicamente il malcontento tra gli appassionati. In fondo, il mondiale di Glasgow, è nato come un’opportunità per permettere visibilità a tutte le discipline del ciclismo: concentrare tutti i mondiali in dieci giorni significa respirare ciclismo a 360 gradi, portando a far conoscere anche delle discipline meno seguite rispetto alla strada o, per rimanere nell’ambito della mountain bike, il Cross Country.
Il sito Pianeta Mountain Bike ha fatto una bella disamina sull’argomento. Nell’articolo, si fa notare per l’appunto che sarebbe bastata appena una telecamera alla partenza e una all’arrivo, trasmettendo qualche aggiornamento in tempo reale, per far sì che le persone sapessero quantomeno i risultati delle corse. Per quanto riguarda la nazionale italiana, tra l’altro, ha partecipato alla gara anche Diego Rosa, fresco vincitore del campionato italiano Marathon ed ex stradista. Un personaggio che attira sicuramente l’attenzione anche di chi segue sempre e solo la strada.
Ci sono però, obiettivamente, dei problemi oggettivi. Spesso le gare Marathon si svolgono in spazi remoti, accessibile solo tramite un mezzo adatto ad andare fuoristrada. Insomma, sicuramente non è semplice inserire delle postazioni fisse per i cameraman che devono riprendere delle gare dal chilometraggio così lungo. Stesso discorso vale anche per le immagini dall’elicottero: trasmettere un’intera diretta dall’elicottero sarebbe un’ipotesi non del tutto appagante per il consumatore finale, ovvero il telespettatore, ma soprattutto si potrebbero, in alcune manifestazioni, toccare dei punti con della vegetazione davvero molto fitta. Tutto questo porta quindi a una considerazione, quella di rivedere i percorsi delle gare Marathon: organizzare alcuni giri di circuiti, un po’ come avviene alla Capoliveri Legend Cup, gara italiana tra le più famose al mondo, in modo tale che gli appassionati possano muoversi facilmente sul percorso e le tv possano mettere postazioni fisse.
Chi vi scrive, inoltre, spesso si cimenta nel fare lo speaker alle gare Marathon. Spesso la nostra cronoca rimane per molti chilometri “al buio” proprio perchè c’è difficoltà nelle comunicazioni dalle zone più remote, sia con le radioline che con i cellulari. In fondo, la mountain bike è così: offre la possibilità di conoscere dei luoghi in aperta campagna, di allontanarsi dai centri abitati e rimanere a stretto contatto con la natura.
Sicuramente esiste quindi un problema di “mezzi”, ma dall’altra parte dispiace che non siano mai arrivati quantomeno degli aggiornamenti sulla gara, anche perchè quella su strada era all’inizio ed è stata anche bloccata per 50 minuti per via della protesta degli ambientalisti. Insomma, si poteva fare di più per cercare di dare una maggiore visibilità non solo allo sport olimpico, il Cross Country, ma anche al Marathon, il quale, almeno dall’UCI, meriterebbe pari opportunità.