La generazione d’oro del ciclismo femminile. La campagna del nord 2024, che domenica si concluderà con la Liegi-Bastogne-Liegi, ha confermato che il ciclismo femminile è sempre più in crescita. In questa prima parte di stagione abbiamo assistito a gare avvincenti, corse imprevedibili fino all’ultimo metro, nuove formule (vincenti) proposte dagli organizzatori e un parterre di atlete che non ha mai deluso le aspettative.
La Freccia Vallone che si è svolta ieri è stata l’ennesima conferma di come il movimento femminile sia decisamente in ascesa: è vero che ogni anno la gara è una lunga attesa fino all’ultimo passaggio sul muro di Huy, ma è anche vero che le ragazze si sono date battaglia senza esclusione di colpi. A vincere è stata una delle favorite della vigilia, Kasia Niewiadoma, già seconda al Giro delle Fiandre alle spalle di Elisa Longo Borghini, quest’ultima terza ieri.
Anche le ragazze hanno corso in condizioni proibitive, pur avendo corso (giustamente) meno chilometri degli uomini. Non c’è stata pretattica, non ci sono stati ritiri in previsione della Liegi: una delle cose più belle delle classiche femminili è che ogni gara è importante. Non c’è chi affronta la Freccia Vallone, ad esempio, per preparare la Liegi: sono tutte là a lottare fino alla fine. Poi, logicamente, ci sono le tattiche di squadra, ma quelle fanno parte del gioco.
L’impressione generale è che il movimento femminile stia crescendo sempre di più. Pur avendo “perso” un’atleta fenomenale come Annemiek van Vleuten, che ha deciso di ritirarsi, ci sono tantissime ragazze che stanno regalando agli appassionati quella che è una vera e propria generazione d’oro. I nomi delle atlete sono tanti: l’infinita Marianne Vos, l’immensa Lotte Kopecky, Demi Vollering, Elisa Longo Borghini, Kasia Niewiadoma, Marlene Reusser, e tante altre giovani che in futuro potrebbero togliersi delle grandi soddisfazioni. Mi perdonino le ragazze che non ho citato: siete davvero tante in questa generazione d’oro del ciclismo femminile.
Quest’anno, nelle classiche, ne abbiamo viste di tutti i colori: al Fiandre, la grande favorita Lotte Kopecky è stata battuta dal grande coraggio di Elisa Longo Borghini. Alla Roubaix, la campionessa del mondo ha saputo rifarsi. All’Amstel abbiamo visto quel finale incredibile, con Marianne Vos che ha vinto grazie a un colpo di reni. Insomma, in ogni gara ce ne è una: e non è il primo anno che le corse femminili offrono così tanti spunti. Senza dubbio, il movimento del ciclismo femminile può continuare a crescere se si continuerà a conferire visibilità a un movimento che sta facendo divertire tanto gli appassionati.