Quali sono le speranze italiane al Giro d’Italia che partirà domani dall’Abruzzo? E’ la domanda che ci si pone ogni anno soprattutto quando non c’è uno dei nostri che può essere etichettato come favorito numero uno per la conquista del successo finale. Dieci anni fa ci fu il primo dei due successi di Vincenzo Nibali: sotto la neve delle Tre Cime di Lavaredo, lo Squalo dello Stretto mise a segno un’impresa epica, portando a casa la prima maglia rosa della sua carriera. A distanza di dieci anni, il corridore che maggiormente ci ha rappresentato nel mondo ha smesso di correre, e così, ad oggi, non possiamo inserire un nostro corridore tra i favoriti principali verso la lotta alla maglia rosa.

L’Italia del ciclismo, che non riesce ad avere un ricambio generazionale, deve affidarsi ancora una volta alla vecchia guardia. Damiano Caruso e Domenico Pozzovivo sono senza dubbio i due corridori che offrono ancora maggiori garanzie nel corso delle tre settimane. Due anni fa Caruso conquistò il podio al Giro d’Italia, lo scorso anno invece lo saltò per preparare l’assalto al Tour de France. Il siciliano ha 35 anni e spesso viene etichettato come “vecchio”, a anche se in realtà Primoz Roglic ha solo due anni in meno di lui. E’ vero che lo sloveno ha iniziato a correre da professionista solo nel 2015, ma Caruso può far valere questa sua maggiore esperienza. L’azzurro non ha nulla da perdere e può far vedere ancora una volta a tutti che il suo ruolo può essere anche quello di leader.

Diverso il discorso che riguarda Domenico Pozzovivo. A quarant’anni e dopo un inverno trascorso senza una squadra, il lucano della Israel-Premier Tech ha l’entusiasmo di un ragazzino e non ha nascosto di voler raggiungere la top-10. Se dovesse arrivare una vittoria di tappa, magari a Lago Laceno (perchè no?), sarebbe un Giro da incorniciare per l’azzurro.

Speranze italiane al Giro d'Italia

Passiamo ora a un giovane che davvero potrebbe tentare l’assalto alla classifica generale. Tenendo in considerazione che tra le principali speranze italiane al Giro c’era anche Giulio Ciccone, fermato dal Covid, le attenzioni si spostano ora su Lorenzo Fortunato, vincitore della tappa sul Monte Zoncolan due anni fa e quindicesimo in classifica generale nel 2022. Ieri in conferenza ha affermato che vuole puntare a vincere le tappe, ma se le cose dovessero andare in un certo modo, perchè non pensare anche a un piazzamento nei primi dieci?

Iniziando invece a concentrarci sui possibili vincitori di tappe, l’Italia ha davvero l’imbarazzo della scelta. A cominciare da Filippo Zana, che affronterà la corsa rosa con la maglia tricolore, fino al suo compagno di squadra Alessandro De Marchi, dal quale ci aspettiamo l’ennesima vittoria-impresa che incarna il suo spirito di uomo che è sempre all’attacco. Anche un altro corridore non più giovincello come Diego Ulissi, vuoi o non vuoi, ogni anno una vittoria di tappa la porta a casa dal Giro d’Italia, ma sotto questo punto di vista di corridori ce ne sono davvero tanti, anche all’interno delle formazioni Professional, che partiranno tutte con l’obiettivo di portare a casa un successo parziale.

Chiudiamo il discorso con due corridori sui quali c’è davvero molta curiosità: tra le speranze italiane al Giro d’Italia, quale ruolo può avere Filippo Ganna? Domani partirà per la cronometro con l’obiettivo di vincere, ma in questa edizione della corsa rosa le frazioni contro il tempo sono due più la cronoscalata sul Lussari: davvero Ganna deve essere rilegato a fare da spalla a Geraint Thomas e Tao Geoghegan Hart? E infine, tra le speranze italiane al Giro d’Italia, un nome che per molti potrebbe essere a sorpresa: Valerio Conti. Dopo anni di gregario alla UAE Team Emirates è arrivata la volta buona per provare a fare classifica?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *