Giro di commenti – Il dio denaro e la sicurezza dei corridori

Il dio denaro e la sicurezza dei corridori si sono incrociati oggi sulle strade del Giro d’Italia 2024. Da una parte gli sponsor, la necessità di una visibilità, anche se di visibilità oggi ce ne era davvero poca vista la pioggia e le nuvole basse. Dall’altra parte i corridori, i protagonisti della corsa, chiamati a pedalare in qualsiasi condizione atmosferica. Quest’anno si è già disputata un’importante corsa World Tour in condizioni davvero terribili, si tratta della Freccia Vallone. Ma è anche vero che quella era una corsa di un giorno: insomma, un ritiro non avrebbe pregiudicato tre settimane di gara.

Sponsor da una parte, corridori dall’altra. Fin dai primi momenti della mattinata, quando si è diffusa la voce che a Livigno si sarebbe affrontata la sfilata cittadina di 18 km, poi i corridori sarebbero saliti in macchina per andare in Alto Adige, si era capito fin da subito che la scelta era quantomeno inusuale. Che senso ha fare 18 km a velocità neutralizzata, sotto l’acqua e la neve, per poi partire in macchina verso il percorso di tappa?

Gli osservatori bene attenti ricorderanno che, nelle corse organizzate da Rcs Sport, da almeno due anni si vede il logo Livigno sui cartelloni pubblicitari. Una scelta sensata: la località lombarda investe da molti anni nel ciclismo ed è logico avanzare un piano di marketing al fianco del più importante organizzatore di corse in Italia. La partnership è culminata in questi tre giorni: domenica arrivo di tappa, lunedì giorno di riposo e oggi partenza da Livigno.

La richiesta di fare la sfilata cittadina all’interno di Livigno è stata quindi molto probabilmente fatta per soddisfare gli accordi con la località lombarda, che ha dovuto sganciare delle belle cifre per riuscire a portare per ben tre giorni la corsa rosa. Livigno è però anche un luogo di alta montagna, una delle località più alte in Italia, quindi si può incappare facilmente nel brutto tempo. Chi vi scrive, a Livigno, ha trovato la neve il primo settembre di qualche anno fa, quando il giorno prima si girava tranquillamente in maniche corte. Figuriamoci ora che siamo a maggio.

Tutto questo per dire che capiamo tutto e tutti: capiamo le esigenze di Livigno, che ha speso soldi per avere la corsa. Capiamo le scelte di Rcs Sport, che ha fatto di tutto per accontentarli. capiamo però anche le richieste dei corridori, che hanno spiegato che non aveva senso partecipare a 18 km sotto acqua e neve per poi salire in macchina. Purtroppo, sono cose che possono capitare: sicuramente Livigno porta a casa un bellissimo ritorno di immagine con la tappa di domenica e con il giorno di riposo.

E’ un peccato che la pioggia abbia rovinato questa mattinata, ma questo non cancella tutto il buono che la località sta facendo non solo nel mondo del ciclismo, ma dello sport in generale. Molte località dovrebbero prendere esempio da Livigno: una promozione cicloturistica a 360 gradi. Purtroppo, però, la pioggia ci ha messo del suo, e così possiamo dire che è stato giusto decidere di scendere più in basso per continuare la corsa, senza discese pericolose e senza più stop in macchina. Con buona pace di tutti: al Giro la sicurezza dei corridori è sempre stata al primo posto.

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