“Monossido di carbonio per migliorare in bici, una pratica in uso da 20 anni”

L’utilizzo del monossido di carbonio per migliorare le proprie prestazioni sarebbe “una tecnica che si conosce ed è in uso da almeno 20 anni”, come afferma Carsten Lundby, professore di Fisiologia e direttore generale della Detalo, l’azienda che produce i macchinari che sarebbero utilizzate da alcune squadre World Tour e non solo.

Secondo un’inchiesta della testata Escape Collective, alcune squadre di alto livello utilizzano test legati a questo gas per ottimizzare gli allenamenti in altura. Queste squadre utilizzano macchinari di inalazione di monossido di carbonio per misurare i cambiamenti nell’emoglobina e nelle proteine nel sangue degli atleti.

Escape Collective riporta che squadre come UAE Team Emirates, Visma | Lease a Bike e Israel-Premier Tech hanno adottato questo sistema. La UAE Team Emirates utilizza i test durante i periodi di allenamento in altura, all’inizio, a metà e alla fine del periodo, usando solo quantità sicure di monossido di carbonio per evitare effetti collaterali pericolosi. Il medico della squadra, Adriano Rotunno, spiega che queste informazioni aiutano a definire i regimi di allenamento e a valutare i benefici dell’allenamento in altura per i singoli atleti. Sottolinea che non si tratta di una terapia, ma di uno strumento diagnostico per comprendere meglio la fisiologia dei corridori.

Anche i tecnici della Visma | Lease a Bike e della Israel-Premier Tech confermano l’uso di una macchina denominata Detalo Perfomance, del valore di 50.000 euro, per tecniche di “ri-respirazione”.

Mathieu Heijboer, allenatore della Visma | Lease a Bike, spiega che lavorano con il professor Bent Rønnestad per fare misurazioni fisiologiche durante i periodi di allenamento in altura. Heijboer sottolinea che il macchinario viene utilizzato solo sotto la supervisione diretta di Rønnestad e che prendono molte precauzioni per garantire la sicurezza degli atleti. Aggiunge che inalare un gas letale per aumentare l’emoglobina non è giusto né sicuro né etico e che hanno scelto di non farlo.

Una ricerca scientifica presentata a Firenze, alla vigilia del Grand Départ del Tour di quest’anno, suggerisce che l’inalazione di monossido di carbonio possa avere effetti simili a quelli dell’allenamento in quota, inducendo ipossia e potenzialmente sostituendo i benefici dell’allenamento in altura. Questa pratica può essere combinata con gli allenamenti in quota nell’approccio noto come “super-altitudine”.

Carsten Lundby, professore di Fisiologia e direttore generale della Detalo, l’azienda che produce i macchinari, afferma che “il concetto è noto da circa vent’anni, ma l’idea di utilizzare questo metodo per migliorare le prestazioni è controversa”. Lundby ha scritto una lettera al Journal of Applied Physiology, dichiarando che legare l’inalazione di CO al miglioramento delle prestazioni è tossico. Anche se non è un approccio illegale, Lundby esprime preoccupazione per il suo utilizzo da parte di alcuni atleti e federazioni sportive nazionali.

La tecnica non è vietata dall’Agenzia Mondiale Antidoping, anche se simile a quella legata al gas xeno, vietata dalla WADA nel 2014. La WADA vieta metodi che migliorano artificialmente l’assorbimento, il trasporto e la distribuzione di ossigeno in un atleta. L’inalazione intensiva di monossido di carbonio è pericolosa poiché il CO si lega più efficacemente all’emoglobina rispetto all’ossigeno, riducendo la capacità di trasportare ossigeno nel corpo, con gravi rischi per la salute e potenzialmente letali.

Non ci sono evidenze che questa pratica sia utilizzata al di fuori dei test nel ciclismo e negli altri sport. Lundby avverte che il passo dall’usare il monossido di carbonio come misuratore all’usarlo per migliorare le prestazioni è breve e richiede una comprensione etica per evitare l’uso improprio. Tuttavia, lo sport al massimo livello spesso non funziona in questo modo.

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