Se fosse un calciatore, Wout Van Aert giocherebbe con il numero 10. Sarebbe uno di quei giocatori che, almeno negli schemi di una volta, ricopriva il ruolo di fantasista, l’uomo incaricato di lanciare gli attaccanti e capace di segnare con dei colpi da maestro. Wout potrebbe perรฒ giocare anche con il numero uno, in porta, perchรฉ darebbe certezze anche in un ruolo che non รจ il suo.
Fuori di metafora, Wout Van Aert ha dimostrato ancora una volta di essere il vero protagonista del Tour de France. Qualcuno lo chiama corridore universale, perchรจ รจ capace di vincere qualsiasi tipo di tappa: a cronometro, allo sprint o in alta montagna. Ed รจ in grado di attaccare anche sui terreni che, sulla carta, sembrano essere meno adatti alle sue caratteristiche.
In questo avvio di Tour de France non ha vinto, ma poco conta. E’ da una settimana che si parla solo di lui, e tutti i tifosi sono per lui. L’ovazione con la quale il pubblico ha accolto il taglio del traguardo oggi a Cauterets-Cambasque ci ha fatto capire ancora una volta quanto questo ragazzo sia apprezzato da tutti e temuto dagli avversari.
Nei giorni scorsi Tadej Pogacar ha rifilato qualche battuta a Wout Van Aert. Lo sloveno non รจ nato ieri: si ricorda benissimo del fatto che nel 2022, senza di lui, Jonas Vingegaard non avrebbe superato indenne la tappa del pavรจ. Wout รจ sempre lรฌ: in fuga, poi si fa riprendere, poi si rimette al servizio del capitano. Poi affronta gli ultimi chilometri con una stanchezza tale da fargli mettere quasi il piede a terra, e alcuni tifosi decidono di spingerlo. Cosa si puรฒ dire di un corridore simile?
La mia speranza รจ solo una: mi auguro che dal Belgio smettano di criticare Van Aert per il fatto che non vinca. Agli occhi degli appassionati non ci sono solo i freddi numeri, ma anche molto di piรน. E Van Aert incarna tutto ciรฒ che non รจ freddezza.