Sono passati due anni da quel tragico 16 giugno 2023, quando Gino Mäder ci lasciava a soli 26 anni a seguito di un terribile incidente durante il Tour de Suisse. Oggi su Ultimo Chilometro vogliamo rendergli omaggio ricordando la sua vita, la carriera e l’impatto umano di un ragazzo che, pur così giovane, ha lasciato un segno profondo nel mondo del ciclismo.
Da Flawil alle grandi montagne
Gino Mäder nasce il 4 gennaio 1997 a Flawil, nel Cantone di San Gallo. Cresce con una forte passione per la bicicletta, influenzato dalla famiglia e dalla tradizione ciclistica europea. Inizia da giovane a correre, distinguendosi anche su pista: nel 2016 partecipa agli Europei nella specialità dell’inseguimento a squadre.
Nel 2018 esplode nel panorama internazionale under‑23 con vittorie di tappa al Tour de l’Avenir, al Tour Alsace e alla Ronde de l’Isard, e con un importante quarto posto ai Mondiali di categoria.
Gli anni da professionista
Diventa professionista nel 2019 con il Team Dimension Data. Mostra subito le sue doti da scalatore e si fa notare anche alla Vuelta a España nel 2020.
Nel 2021 passa alla Bahrain Victorious, dove arriva la consacrazione: conquista una tappa al Giro d’Italia (Ascoli Piceno) e conclude la Vuelta a España in quinta posizione assoluta, indossando la maglia di miglior giovane. In quella corsa, Mäder lancia un’iniziativa benefica donando un euro per ogni corridore battuto a tappa e dieci euro per ogni posizione guadagnata in classifica generale, raccogliendo oltre 4.000 euro per Just Diggit, un’organizzazione ambientalista.
Nel 2022 vince anche una tappa al Giro di Svizzera, dimostrando continuità e maturità nelle gare a tappe.
Il dramma sul Passo dell’Albula
Il 15 giugno 2023, durante la quinta tappa del Tour de Suisse, Gino Mäder affronta la discesa dal Passo dell’Albula a velocità elevata. In condizioni climatiche complicate, perde il controllo della bicicletta e finisce in un dirupo. Le sue condizioni sono subito gravi: viene elitrasportato all’ospedale di Coira, dove morirà il giorno seguente, il 16 giugno.
La notizia scuote il mondo del ciclismo. La tappa successiva viene neutralizzata in segno di rispetto. Il suo team, la Bahrain Victorious, si ritira dalla gara, seguito da altre squadre. Le indagini chiariscono che si è trattato di un tragico incidente di gara.
Un uomo, oltre l’atleta
Gino Mäder non era solo un talento naturale in bici, ma anche una persona attenta e impegnata. Era vegetariano, amava gli animali e sosteneva progetti ambientali. Il suo stile di vita era coerente con i valori che promuoveva, anche attraverso donazioni e iniziative solidali.
Era molto rispettato dai compagni e benvoluto dai tifosi per la sua sensibilità, il sorriso aperto e la dedizione al mestiere. Il suo funerale, seguito con grande partecipazione, ha mostrato quanto profondo fosse l’affetto nei suoi confronti.
L’eredità che resiste
Nel 2024 viene istituito il “Premio Gino Mäder”, assegnato a quei corridori che si distinguono per il loro impegno sociale e ambientale. Un riconoscimento pensato per onorare la sua memoria e tramandare i valori che incarnava.
Il nome di Gino Mäder continua a rappresentare un modello positivo: un ciclismo che va oltre il risultato sportivo, che guarda alla responsabilità, alla solidarietà e alla sostenibilità.
Oggi, due anni dopo
Il 16 giugno 2025 il mondo del ciclismo si ferma per ricordare Gino Mäder. Nessun risultato potrà restituire ciò che è stato perso, ma la sua storia continua a ispirare. Le sue imprese, il suo impegno e il suo esempio vivono nei cuori di chi pedala e di chi guarda al ciclismo come a una scuola di vita.
Su Ultimo Chilometro accendiamo oggi una luce sul suo ricordo, con la speranza che il suo spirito accompagni ancora chi corre per passione, per giustizia, per lasciare un segno.
Ciao Gino, continua a volare.