Moreno Argentin, in qualità di organizzatore dell’Adriatica Ionica Race, ha tenuto oggi una conferenza stampa a Roma insieme all’avvocato Fiorenzo Alessi. Motivo della conferenza è stata la volontà di voler rendere note le carte, gli scambi di messaggi, i bonifici di pagamento e quant’altro avrebbe reso possibile lo svolgimento della corsa, che è stata invece annullata per “mancata autorizzazione” da parte della Lega Ciclismo.
Riepilogando brevemente la vicenda: la corsa non ha avuto l’autorizzazione dalla Lega Ciclismo per poter essere svolta. Sul piatto della vicenda ci sono non solo i presunti inadempimenti finanziari, che poi sono stati sanati completamente (con tanto di anticipo sul montepremi e sulla polizza per la polizia stradale per il 2023), ma anche la tanto agognata questione riguardante i diritti televisivi. I quali, sinceramente, sono sempre più un mistero.
Prima di entrare nel dettaglio di ciò che è stato detto oggi in conferenza, credo sia necessario specificare una questione che forse non è chiara alle persone che non abbiano mai “lavorato” all’interno del mondo del ciclismo. Utilizzo le virgolette di proposito, in quantici collabora agli eventi ciclistici non prende uno stipendio o una paga che possa definirsi tale. Forse è più corretto parlare di rimborso spese.
Ma al di là di quanto si possa percepire economicamente, è necessario sottolineare che tutti coloro che lavorano nel mondo del ciclismo, salvo poche eccezioni, sono abituati a ricevere pagamenti con ritardi a dir poco clamorosi. Nel 90% dei casi non è colpa degli organizzatori: spesso gli sponsor dilazionano i pagamenti, oppure i contributi pubblici arrivano in ritardo. Il ciclismo vive solo di visibilità, quindi è normale che si possa arrivare a vivere situazioni simili.
Esiste poi invece un’altra parte di organizzatori che non pagano di proposito i loro collaboratori, e organizzano gare – anche internazionali – nonostante siano sommersi dai debiti. Un esempio specifico è da ricercare proprio nella città di Roma, dove un’importante gara Under 23, quando si svolgeva sotto la vecchia gestione, è stata organizzata per anni e anni nonostante i debiti del comitato organizzatore aumentassero giorno dopo giorno.
Questo lo specifichiamo per far capire che, purtroppo, le inadempienze sono all’ordine del giorno, e almeno nel 90% dei casi la colpa non è dell’organizzatore. Chi vive nel mondo del ciclismo ne è a conoscenza, e si mette a disposizione tenendo in considerazione anche questo fattore.
Ora, che tra tutti gli organizzatori inadempienti sia stata punita solo l’Adriatica Ionica Race, di per sé è una cosa che fa sorridere. I debiti vanno pagati, come poi Argentin ha fatto, ma cancellare una corsa intera in un calendario già così povero di gare non fa onore né alla Lega Ciclismo né alla Federazione Ciclistica Italiana. Non dimentichiamo infatti che la Lega è un organo della FCI.
“Ci sono due o tre persone che non hanno nulla a che vedere con il ciclismo, il nostro ambiente è una famiglia e quindi c’era sempre il modo di risolvere tutto – ha affermato Argentin – e ho scoperto dal presidente dell’UCI David Lappartient che nel calendario 2024 l’Adriatica Ionica Race non rientra nelle domande di iscrizione trasmesse da FCI e Lega. Per ora non è quindi inserita in calendario”.
Eppure, la corsa ha ottenuto addirittura anche il sostegno del Ministero del Turismo: come è stato possibile arrivare a questo se, nelle carte che sono state consegnate oggi in conferenza, tutti i bonifici sono stati fatti e quindi tutti i debiti sono stati pagati? “La Lega non agisce da sola. Il commissario straordinario agisce per conto delle delibere presidenziali di Cordiano Dagnoni. Il vero mandante è lui. La visione era quella di distruggere Argentin e le sue attività”, ha spiegato l’organizzatore dell’Adriatica Ionica Race, il quale ha anche dovuto fare i conti con il fatto che suo figlio, in quei giorni di settembre, è stato ricoverato in ospedale per un attacco di panico.
Tra le persone che hanno interloquito a lungo con Fiorenzo Alessi, nei giorni in cui la Lega non ha dato l’autorizzazione allo svolgimento della corsa, c’è Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy.it e responsabile delle relazioni esterne della Lega Ciclismo. “Vulpis e il commissario straordinario, secondo quello che sappiamo, sono andati a L’Aquila nel momento in cui ci sono stati dei problemi con la scorta tecnica – ha spiegato l’avvocato – e il comitato organizzatore non è stato avvisato di questo problema. Perchè? Noi abbiamo parlato anche prima della delibera federale riguardante la mancata autorizzazione della corsa, eppure alla fine la corsa non si è potuta fare. Ci sono molte cose che non quadrano e siamo intenzionati ad andare avanti per fare chiarezza”.
Nel frattempo, ad oggi, l’Adriatica Ionica Race non esiste più. Sarà possibile inserirla di nuovo in calendario in futuro?